In Ticino la contrazione è stata del 72,3%, a livello nazionale addirittura del 79,2%.
A soffrire è stato soprattutto il turismo cittadino.
BERNA - Crollo del turismo in Svizzera nel mese di maggio, sempre sulla scia delle restrizioni legate al coronavirus: i pernottamenti sono stati 625'054, in flessione del 79,2% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.
In Ticino la contrazione è stata del 72,3% a 230'301 pernottamenti, mentre i Grigioni hanno contenuto il crollo con 123'351 notti (-46,4%). Si è tuttavia registrato un miglioramento rispetto al mese di aprile, nel quale la diminuzione in tutta la Confederazione si era attestata al -92,4% (-93% in Ticino) rispetto allo stesso mese dell'anno precedente.
Stando ai dati provvisori diffusi oggi dall'Ufficio federale di statistica (UST), nel quinto mese dell'anno la diminuzione in assoluto più marcata è stata quella registrata a Zurigo (-91,5%), seguita da Ginevra (-90,8%). Appenzello Interno, cantone che vive di un turismo prettamente interno, ha invece registrato solo un leggero calo del 4,6%. A titolo di paragone, il cantone che ha registrato la seconda minor flessione è quello dei Grigioni.
Nei primi cinque mesi dell'anno, rispetto allo stesso periodo del 2019, il calo dei pernottamenti registrato in Svizzera è del 43,8%, a poco meno di 8,5 milioni di notti. Tra gennaio e maggio il crollo più considerevole l'ha registrato il Ticino, con una diminuzione dei pernottamenti pari al 62,3%. Seguito, a debita distanza, da Lucerna (56,8%), mentre reggono tutto sommato bene i Grigioni (-21,1%).
Nella Confederazione, la flessione in maggio ha interessato più gli stranieri, che da oltre 1,77 milioni sono passati a solo 85'099 pernottamenti (-95,2%), che gli ospiti indigeni (-56,2%). La maggior parte degli ospiti di altre nazionalità proveniva dalla Germania, nota l'UST.