La sospensione del tiro obbligatorio e di altre manifestazioni sta mettendo in difficoltà gli oltre 50 sodalizi ticinesi
Il presidente della Federazione ticinese delle società di tiro Doriano Junghi lancia un appello: «Anche se quest'anno non sparate, non abbandonate le società in questo momento»
LUGANO - L’emergenza coronavirus ha colpito anche il bersaglio delle società di tiro. A causa della pandemia, il tiro obbligatorio è stato sospeso per tutti i circa 5'000 militi ticinesi astretti al servizio. C’è comunque la possibilità, volontariamente e nel rispetto delle disposizioni federali, di prendere parte a qualche sessione di tiro. Ma se lo scorso anno, per il solo tiro di campagna (puramente volontario), avevano presenziato 3'600 partecipanti con il fucile e 3'100 con la pistola, quest’anno la situazione è differente.
«Il calo dell’affluenza va dal 50% al 100% rispetto allo scorso anno. Dipende dalle singole società, c’è chi ha lavorato bene e ha avuto un buon riscontro e chi purtroppo a queste condizioni ha rinunciato, rimanendo fermo al palo», spiega il presidente della Federazione ticinese delle società di tiro (FTST) Doriano Junghi.
Perdite finanziarie drastiche - La sospensione ha però un impatto finanziario di non poco conto per le oltre 50 società di tiro sparse in tutto il Cantone e che si occupano della formazione dei tiratori e dell’organizzazione dei tiri. Anche perché la pandemia aveva già costretto le società a rinunciare all’organizzazione di manifestazioni come tombole o feste campestri, grazie alle quali riescono a raccogliere fondi. «Per alcune società le perdite saranno importanti, per altre addirittura drastiche», conferma Junghi.
Munizioni e indennizzi da Berna - Le società ricevono infatti gratuitamente dalla Confederazione la munizione da mettere a disposizione dei partecipanti per gli esercizi federali (tiro obbligatorio e di campagna). Inoltre percepiscono un indennizzo parziale per il lavoro amministrativo svolto che ammonta a 20.50 franchi per ogni astretto al servizio per il programma obbligatorio, mentre per ogni partecipante al tiro di campagna l’indennizzo è di 10 franchi per ogni cittadino svizzero partecipante.
Tasse sociali vitali - «Trattandosi di un indennizzo parziale per le attività amministrative svolte dalle società, non è previsto al momento alcun aiuto finanziario da parte della Confederazione», spiega Stefano Fedele della Sezione del militare e della protezione della popolazione. Per coprire le spese correnti, alle società non resta che fare affidamento sulle eventuali riserve accumulate negli ultimi anni e sulle tasse sociali e di partecipazione. Proprio a questo proposito Doriano Junghi lancia un appello: «Soci, anche se quest’anno non sparate non abbandonate le vostre società in questo momento. Solo così quest’ultime avranno una buona possibilità di sopravvivere».
Grandi manifestazioni annullate
Oltre al tiro obbligatorio, diverse competizioni di tiro sono state annullate. Il Tiro federale 2020 di Lucerna è stato rimandato all'anno prossimo. Molti tiri amichevoli e concorsi sezionali sono stati pure annullati o dilazionati. Anche il Comitato d'organizzazione del Tiro storico del San Gottardo ha annullato la 13a edizione, prevista in ottobre. «Lo sport del tiro è sì competizione, ma anche e soprattutto amicizia e cameratismo. Le condizioni ancora oggi vigenti in ambito di protezione della salute ci vedono costretti ad annullare l'edizione di quest'anno», ha spiegato il presidente Norman Gobbi.