Un pisolino lungo il Cassarate, dopo la festa del venerdì sera. E i passanti storcono il naso
Dopo i problemi legati alla movida, l'ex Lugano Marittima è diventata «un luogo tranquillissimo» assicurano gli esercenti. Ma non mancano le lamentele
LUGANO - Tranquilla, «tranquillissima», assicurano i frequentatori. Tanto è tranquilla la Foce, ultimamente, che è diventata il luogo ideale per smaltire la sbornia del venerdì sera.
È quello che suggeriscono le immagini inviate in redazione da un lettore. Gruppi di giovani appisolati - quasi accampati, con tanto di asciugamani e sacco a pelo - sulla riva del fiume e sulla spiaggia, per l'indignazione dei passanti. «Ecco il nuovo turismo di Lugano, il sabato mattina» ironizza l'autore degli scatti.
Che dire? Da "mortorio" a "dormitorio". La culla della movida di Lugano, fino a maggio teatro di grandi assembramenti e risse notturne, è stata chiusa nei weekend per decisione del Municipio. Ingresso a numero chiuso, su prenotazione, niente alcolici: la Foce proibizionista ha registrato un'affluenza da record negativo, innescando discussioni all'interno dell'esecutivo.
Meglio piena, o meglio vuota? Le transenne, in ogni caso, non sembrano impedire ai giovani di addormentarsi lungo il Cassarate, senza badare alle polemiche. «Vengono qui dopo i concerti o le serate in centro» osserva un esercente. Ma anche questa nuova vocazione - la Foce come luogo di pernottamento - fa storcere qualche naso.
«Finché sono pochi non creano problemi» concordano i ristoratori della zona: tuttavia ricordano con preoccupazione i recenti disordini notturni. Ristoranti e barche al Circolo Velico hanno registrato danni, prima della chiusura, da parte di ubriachi addormentati. «Vomito, tavoli danneggiati, disordine. Ne abbiamo viste di ogni» racconta Angel Alvarez, gestore del ristorante "La Foce". «Cogliere sul nascere certi comportamenti forse aiuterebbe ad evitare provvedimenti troppo drastici, dopo che la situazione degenera».
La Nuova Foce, oltre ai giovani addormentati, ha pochi altri visitatori. «Siamo a un decimo rispetto all'estate scorsa. Certamente il caos incontrollato non faceva piacere, siamo stati anzi i primi a chiamare la polizia» ricorda Alvarez. «Ora però l'affluenza è ai minimi e si riflette sugli incassi». C'è da sperare che, una volta svegliati, i pernottanti effettuino almeno una consumazione al bar.