Bisogna dimostrare tramite il risultato di uno striscio di avere già avuto la malattia.
Giorgio Merlani: «Aver avuto sintomi riconducibili a un'infezione dopo essere stati a contatto con una persona positiva non basta».
BELLINZONA - Isolamento e quarantena sono due termini ormai entrati prepotentemente nel nostro immaginario collettivo in questo periodo storico caratterizzato dalla pandemia. Due termini che influenzano il nostro modo di vivere. Chi si è infatti trovato a contatto stretto con una persona positiva, deve rispettare una quarantena di dieci giorni. Attualmente in Svizzera ben 9'618 persone si trovano confrontate con questa situazione.
I casi, anche in Ticino, si sprecano: dai giocatori delle squadre regionali, agli avventori dei bar. Solo negli ultimi due giorni più di duecento ticinesi hanno ricevuto il famigerato messaggio delle autorità. Ma come funziona con chi il virus l'ha già preso in passato ed è guarito? Deve o non deve (di nuovo) sottoporsi a una quarantena preventiva? Lo abbiamo chiesto al medico cantonale Giorgio Merlani. «Le raccomandazioni a livello federale precisano che se una persona può provare di avere un test positivo nei tre mesi che precedono l'ipotetica quarantena, può essere esentato dalla stessa».
Sintomi riconducibili alla malattia in passato quindi non bastano. «All'inizio - precisa Merlani - avevamo molti cittadini che ci dicevano di avere avuto sintomi e di essere stati a contatto con una persona positiva. Ma non avevano fatto alcun tampone, perché all'inizio venivano testati solo i casi gravi. Non avendo quindi la prova certificata della malattia, non abbiamo potuto esonerarli dalla quarantena. Una fattispecie che ora, visto il cambiamento della strategia sui test, sta venendo meno».