Anche nel nostro cantone il riciclaggio prende sempre più piede, allineandosi col resto della Svizzera
BELLINZONA - Se da un lato la Svizzera figura ai primi posti della (triste) classifica mondiale per la produzione di rifiuti (oltre 700 chili all'anno pro capite), è altrettanto vero che primeggia nel mondo per la percentuale di riciclaggio effettivo delle varie tipologie di rifiuti raccolte separatamente. È quanto ricordano il Dipartimento del territorio (DT) e l'Azienda cantonale dei rifiuti (ACR) in occasione della Giornata mondiale del riciclaggio, che oggi 18 marzo si celebra per la terza volta.
Il primato elvetico nel riciclaggio, spiegano ancora DT e ACR, è reso possibile grazie all'efficacia della separazione alla fonte, presso le economie domestiche, che ha sostituito gradualmente quello che sino a qualche decennio fa era chiamato “il secchio misto”. Questa importante suddivisione permette una raccolta separata di qualità che facilita il riciclaggio delle differenti frazioni nelle successive fasi della filiera, a beneficio di un’economia circolare di riciclaggio.
Ma il Ticino come si comporta nell'ambito del riciclaggio? Secondo i dati del 2019, la percentuale delle raccolte separate si è attestata al 51,1%, allineandosi con quella federale (53%). In considerazione del fatto che nel 2019 il principio di causalità (tassa sul sacco) non era ancora applicato alla totalità dei Comuni ticinesi, è presumibile che vi sarà un ulteriore aumento nei dati inerenti le raccolte separate per l’anno 2020.
A tal proposito DT e ACR fanno notare che, rapportandoli al 2019, i rifiuti solidi urbani (RSU) nel 2020 sono diminuiti di ben 6'943 tonnellate (-8,8%), per un totale di 71'860 tonnellate di apporti presso l’Impianto cantonale di termovalorizzazione dei rifiuti di Giubiasco. Negli ultimi 15 anni vi è stata una notevole diminuzione degli RSU pari al 27,9%; segnale questo di accresciuta sensibilità ambientale, supportata da un’ampliata possibilità di raccogliere separatamente le varie tipologie di rifiuto prodotto principalmente presso le economie domestiche.
In Ticino, dal 1989 al 2019, le raccolte separate sono passate dalle 26'431 alle attuali 161'617 tonnellate (dato comprensivo sia delle economie domestiche sia delle imprese di smaltimento rifiuti). Per quanto concerne le singole categorie, occorre precisare che il 91,3% appartiene alle raccolte separate della carta e del cartone, delle bottiglie in vetro, del legname usato e degli scarti vegetali.
Nei decenni passati il Ticino ha investito e si è impegnato molto nell’educazione ambientale, raggiungendo importanti traguardi. «Va inoltre evidenziato l’importante lavoro svolto dai Comuni e dai Consorzi - si legge in una nota - le strutture presenti oggi sul territorio (ecocentri, ecopunti, ecc.) rispondono infatti sempre più alle esigenze dei cittadini in materia di raccolte separate. Un ulteriore miglioramento in questo ambito deve rappresentare un obiettivo comune, ma è altrettanto essenziale che vi sia una sensibilità e una consapevolezza collettiva rispetto ai cosiddetti “acquisti intelligenti”. Il miglior rifiuto è e rimane quello non prodotto».