Niccolò Castelli: «Molti film a cui attingere ma pochi schermi»
LOCARNO - La maggior parte dei film svizzeri non vengono proiettati nelle sale ticinesi, questo è dovuto al mercato ridotto nonché alla predilezione del doppiaggio in italiano. Keystone-ATS ne ha discusso con Niccolò Castelli, direttore della Ticino Film Commission e regista.
Quando si parla di visibilità del cinema svizzero il Ticino sembra sempre essere lasciato un po' in disparte. «La carenza di sale cinematografiche e l'abbondanza di pellicole sul mercato, soprattutto ora, dopo due anni di cinema chiusi e quindi con tanti film che attendono di mostrarsi, fa sì che i film romandi e svizzero-tedeschi non sempre escano nelle sale della Svizzera italiana» afferma il direttore della Ticino Film Commission Niccolò Castelli raggiunto telefonicamente da Keystone-ATS.
La Ticino Film Commission promuove il Ticino come luogo di produzione cinematografica, cerca di attirare nuove produzioni e di dare maggiori mezzi e visibilità ai film girati sul territorio. Il direttore indica che ogni anno «vi sono sempre più film, serie, documentari ticinesi, svizzero-tedeschi, italiani, romandi e di altri Paesi che trovano nel nostro territorio il luogo ideale per essere messi in scena. I film ticinesi hanno spesso ottime carriere in festival, rassegne e cineclub. Ciononostante faticano a trovare spazio nei cinema della Svizzera tedesca e romanda».
Pochi cinema indipendenti - In Ticino vi è una carenza di sale indipendenti, anche note come "art house", in cui vengono proiettati unicamente film d'autore. Il Cinema LUX Art House di Massagno e l'Otello di Ascona sono fra i pochi a proporre una programmazione esclusivamente "indipendente".
Grandi sale come il Palacinema di Locarno e il CineStar di Lugano affiancano ai blockbuster hollywoodiani alcuni film d'autore ma pure loro, «con l'abbondanza di film da far uscire e le regole imposte dai grandi distributori sul numero di proiezioni minime di James Bond e affini, fanno fatica a dedicare maggiore spazio al cinema svizzero», indica.
Mancano dunque piccole sale per mostrare i film svizzeri che, sostenuti da finanziamenti pubblici a livello nazionale, sarebbe auspicabile potessero arrivare in tutte le regioni linguistiche del Paese. Gli schermi nella Svizzera tedesca e francese ci sono. Castelli cita l'esempio di Zurigo, che conta numerose sale multiplex indipendenti come Riffraff e Kosmos.
«Il pubblico romando e svizzero-tedesco è più abituato al cinema d'autore e a film in lingua originale perché ha accesso a una programmazione regolare in questo senso», prosegue, affermando che bisognerebbe a poco a poco consentire al pubblico ticinese di accedere a film in lingua originale. «In questo senso saluto con molto favore il recente rinnovamento del cinema Lux di Massagno e le intenzioni del Palacinema di proporre più film d'autore», aggiunge.
Promuovere lo scambio - La tendenza si sta lentamente invertendo, afferma Castelli. Si cerca infatti di promuovere lo scambio nei due sensi per portare più film ticinesi e quindi in italiano oltre San Gottardo e più film svizzeri in tedesco e francese in Ticino. Oltralpe, «bisogna poter permettere al pubblico di vedere i film in italiano. A nord delle Alpi vi sono tanti italofoni, uno svizzero su tre parla italiano e quando ha accesso ai nostri film questi sono accolti molto positivamente. Ma trovare spazio nella programmazione non è facile. Dobbiamo ampliare la nostra rete, farci conoscere maggiormente», prosegue.
Questo l'obiettivo dell'incontro organizzato dalla Ticino Film Commission "La lingua italiana nel cinema svizzero" che si terrà martedì 16 novembre alle 17.00 nell'Auditorium della Scuola Cantonale di Commercio, a margine di Castellinaria Festival del cinema giovane a Bellinzona.
Una tavola rotonda nella quale interverranno fra gli altri Christian Jungen, attuale direttore dello Zurich Film Festival e critico cinematografico, che come indica il sito web della Ticino Film Commission «parla correntemente italiano e conosce il cinema svizzero in tutte le sue forme e sfumature». Altro ospite è Francesco Ziosi, che da agosto dirige l'Istituto Italiano di Cultura di Zurigo.
Cooperazione tra i professionisti del cinema svizzero - In qualità di regista, Castelli afferma che «lo scambio è invece molto maggiore: spesso sui set parliamo più lingue, i membri della troupe provengono da tutte le regioni della Svizzera e siamo abituati a collaborare. È un peccato che questa 'coesione nazionale' non si ritrovi poi nella distribuzione dei film ma soprattutto nello sviluppo di nuove opere».
Chi fa film in italiano in Svizzera deve tradurre le sceneggiature e i propri dossier in francese o tedesco, prosegue, «perché non sono in molti a sapere l'italiano nelle commissioni preposte per erogare gli incentivi per la produzione. Come Ticino Film Commission vogliamo adoperarci per sostenere la produzione di film in lingua italiana in Svizzera e di progetti in questo senso parleremo all'incontro a Bellinzona».
Il suo ultimo film "Atlas", prodotto da Imagofilm Lugano e presentato alle Giornate di Soletta oltre che a Locarno, nominato come miglior film e per la migliore fotografia al Premio del Cinema Svizzero 2021, rappresenta un'eccezione essendo uscito anche nelle sale romande e diventato noto anche oltre San Gottardo.