Attualmente oltre 230 allievi ucraini sono stati inseriti o si sono annunciati alle scuole dell'infanzia ed elementare.
Entro settembre la totalità degli allievi provenienti dall'Ucraina potrebbe raggiungere il migliaio. Un problema? Il DECS: «È importante che i nuovi allievi siano ripartiti in modo uniforme sul territorio. Al momento il 35% dei bambini ha preso contatto con sedi del Mendrisiotto».
BELLINZONA - Sono già oltre 230 i bambini ucraini che sono stati inseriti o si sono annunciati nelle varie sedi di Scuola dell'infanzia (SI) ed elementare (SE) in Ticino. Un numero destinato a crescere durante questi mesi - di pari passo con l'esodo di rifugiati dalle zone di guerra - e che, unito agli allievi delle medie e delle scuole post-obbligatorie, potrebbe raggiungere il migliaio entro settembre, quando inizierà il nuovo anno scolastico.
«Sezioni stabili» - Un numero «importante», che però non dovrebbe provocare troppi scossoni né per le classi né per i millecinquecento docenti (e gli altrettanti supplenti iscritti nella banca dati Cantonale) impegnati nelle scuole comunali sparse sul territorio. «Allo stato attuale - precisa la Direzione del Dipartimento dell'educazione, cultura e sport (DECS) - non abbiamo preoccupazioni particolari in questo senso perché l’arrivo dei bambini ucraini non ha per ora modificato il numero di sezioni scolastiche».
Fondamentale la ripartizione sul territorio - Per garantire che un aumento delle classi non avvenga in futuro è però importante che i nuovi allievi in arrivo siano ripartiti per quanto possibile in maniera uniforme sul territorio cantonale. «Al momento - precisa il DECS - oltre il 35% dei 230 bambini ucraini ha preso contatto con le sedi del Mendrisiotto, un distretto che in circostanze ordinarie conta poco meno del 20% delle sezioni complessive del Cantone».
Solo uno su otto passa dal Cantone - Una conseguenza, questa, del fatto che finora sette attribuzioni su otto in Ticino non sono passate tramite il dispositivo cantonale (PAF, centri regionali, collocamento), ma sono state frutto della distribuzione negli alloggi offerti da privati. «Per poter garantire una scolarizzazione di qualità per tutti - continua la Direzione del DECS - è quindi fondamentale che le famiglie ucraine con figli in età scolastica vengano indirizzate al dispositivo ufficiale federale e cantonale, che permette di gestire al meglio e a lungo termine i flussi di persone in arrivo, garantendo poi un’accoglienza equilibrata e stabile che è anche nell’interesse di queste persone».
I grattacapi vissuti con Omicron - E garantendo, nel contempo, il funzionamento degli Istituti scolastici Comunali che già con l'esplosione dei contagi durante le ondate Omicron sono stati confrontati con alcuni grattacapi.Grattacapi nati in particolar modo dalla difficoltà a reperire supplenti che andassero a coprire i posti lasciati provvisoriamente scoperti dai docenti titolari costretti a casa in isolamento o in quarantena. «Alcuni istituti - ci conferma ancora la Direzione del DECS - hanno effettivamente comunicato delle difficoltà, soprattutto nel periodo acuto del Covid-19».
Assenze ben assorbite - Le assenze nel corpo insegnante sono però state ben assorbite dalle scuole comunali, la cui gestione - inclusi il reperimento e l'assunzione dei docenti - spetta al singolo comune. «Ogni direzione d'istituto scolastico - precisa il DECS - fa capo a determinati supplenti affiliati e, con la collaborazione dei propri docenti, spesso organizza anche supplenze interne con titolari, docenti d’appoggio o docenti di materie speciali».
«Soluzioni pragmatiche» - È pure capitato, in alcuni istituti, che si facesse affidamento su alcuni studenti al terzo anno del Dipartimento Formazione Apprendimento della SUPSI. «Come DECS monitoriamo la situazione e, tramite gli ispettorati scolastici, supportiamo le direzioni degli istituti comunali nella creazione di una rete di persone idonee per le supplenze e nella pianificazione delle stesse, trovando soluzioni pragmatiche. Le direzioni possono inoltre far capo a una banca dati cantonale di candidati validati per fare supplenza».