È la favola di Cristel Ewolo, venditore di panini. Il suo documentario è finito addirittura su Al Jazeera.
«Col regista Andrea Canetta eravamo partiti alla riscoperta delle mie origini. C'erano pochissime possibilità di trovare la mia famiglia. Eppure...»
VEZIA - Da precario a star internazionale. La storia personale di Cristel Ewolo, 45enne di origini congolesi cresciuto in Ticino, sbarca addirittura sul canale televisivo di Al Jazeera. Il documentario prodotto dalla RSI in cui si racconta come Ewolo ritrova la sua famiglia in Congo è infatti stato acquistato e mandato in onda dalla prestigiosa emittente internazionale. «Una cosa pazzesca – spiega il 45enne in un video –. Mi stanno contattando tutti in queste settimane».
Il grande vuoto – Lo avevamo conosciuto quando a Tesserete lottava per tenersi uno spazio in cui vendere i suoi panini. I tormenti vissuti in Capriasca sono però ormai un lontano ricordo. Da qualche anno il food truck di Ewolo ha trovato casa a Vezia. «Avevo però un grande vuoto da colmare – ammette –. Non avevo mai conosciuto i miei famigliari. E nemmeno il posto in cui sono nato. E così, un giorno, sono partito col regista Andrea Canetta verso la terra dei miei genitori. L'iter burocratico per arrivarci è stato lungo».
Nessun punto di riferimento – È il 2019. Ewolo vola in Congo senza punti di riferimento. Non sa nemmeno da che parte iniziare la sua ricerca. «Tanto è vero che per me era già bello essere lì. Vedere i posti in cui sono nato. Non avevo aspettative particolari». Durante un controllo da parte delle autorità locali, tuttavia, succede qualcosa di impensabile. «Il capo della sicurezza è andato a parlare col ministro del turismo e della cultura. Questa donna, incuriosita, ha voluto conoscerci. A un certo punto, sfogliando i miei documenti dice "non è possibile, sono anche io della famiglia Ewolo"».
«Una cosa sconvolgente» – Insomma, quella che il 45enne si trova di fronte è sua zia. «Non ci potevo credere. È una cosa completamente sconvolgente. Credo sia questa combinazione pazzesca ad avere colpito i responsabili di Al Jazeera, ci hanno detto che per loro è stato il documentario dell'anno. Altre televisioni interessate? Non lo so. Il mio sogno sarebbe che questa storia diventasse un film. Nel mio piccolo comunque continuo a restare umile. Ormai coi panini si va avanti tra alti e bassi».
Quel tassello mancante – Ewolo arriva in Ticino ancora bambino. Crescerà presso una famiglia affidataria e in seguito all’istituto Casa Primavera. La sua è una bella storia di integrazione. A cui però mancava un tassello. «Ricordo che in quelle settimane in Congo a livello psicologico ero abbastanza allucinato, non capivo niente. Non riuscivo a capire come potesse essere accaduto un simile incontro. Non l'ho ancora elaborato del tutto. È stato in ogni caso bellissimo conoscere la mia famiglia che, da come ho capito, è anche abbastanza importante».
«Un rapporto da costruire» – Poi è arrivata la pandemia. «E non sono più riuscito a vedere i miei parenti dal vivo. Anche se ho sempre tenuto i contatti con la mamma, con lo zio, col mio fratellastro... Nel corso del prossimo inverno mi piacerebbe tornare in Congo per un mesetto. Ormai il rapporto va costruito, la distanza ha il suo peso».