Delusione e amarezza nelle parole di Marco Frigomosca che ha visto il suo gregge ridursi da 100 a 35 capi.
L'allevatore punta il dito anche contro il Cantone: «Le autorità ci hanno abbandonato. Quest'anno in Alta Vallemaggia il lupo ha ammazzato, ferito o fatto fuggire circa duecento ovini. E il Cantone dorme»
CERENTINO - «Venderò le poche pecore che mi rimangono. Ho deciso di gettare la spugna. Non si può andare avanti così». Queste le parole colme di delusione e amarezza dell'allevatore di Cerentino Marco Frigomosca, dopo la quarta predazione subita dal suo bestiame negli scorsi giorni.
Per l'uomo - intervistato da "La Regione" - la misura è colma. Da questa primavera, infatti, ha visto le sue greggi decimate dal lupo. «A inizio stagione avevo un centinaio di capi, ora mi restano venti pecore a Cerentino e una quindicina in quota». L'allevatore punta il dito anche contro il Cantone. «Le autorità ci hanno abbandonato. Quest'anno in Alta Vallemaggia il lupo ha ammazzato, ferito o fatto fuggire circa duecento ovini. E il Cantone dorme», lamenta Frigomosca ricordando come altri cantoni abbiano ordinato l'abbattimento di lupi problematici per molto meno.
In verità anche da Bellinzona - dopo le feroci critiche sfociate nella manifestazione in cui alcuni allevatori hanno depositato i cadaveri delle pecore morte davanti a Palazzo delle Orsoline - ci si era mossi. Il 18 maggio, infatti, era arrivato il via libera all'abbattimento del lupo che aveva ucciso 19 pecore proprio a Cerentino. Un'autorizzazione, però, che neanche un mese dopo era stata ritirata. Le predazioni, infatti, erano state compiute da due diversi lupi appartenenti a un branco. E in casi come questo, Il diritto federale vieta l'eliminazione del predatore.