il governo ha confermato il pieno sostegno alla comunità Jenisch, Manuš e Sinti per l’occupazione di aree di sosta a loro dedicate.
BELLINZONA - La comunità nomade svizzera ha incontrato questo pomeriggio il direttore del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi presso l’area del Seghezzone-Giubiasco. L’invito, inoltrato al Consigliere di Stato da parte della comunità, è stato motivato dalla volontà di esprimere la loro riconoscenza nei confronti del Governo ticinese nel sostenere i concittadini Jenisch, Manuš e Sinti.
Il Consiglio di Stato due settimane fa ha risposto alla consultazione federale promossa dall’Ufficio federale della cultura (UFC) sulla concezione delle aree di transito per nomadi stranieri. In quella circostanza il Consiglio di Stato ha confermato la sua posizione di pieno sostegno alla comunità nomade svizzera (Jenisch, Manuš e Sinti) per l’occupazione di aree di sosta a loro dedicate. «Aree che invece non devono poter accogliere persone appartenenti a comunità rom straniere. Non vi è infatti alcuna base legale che rende obbligatoria la creazione e l’occupazione di queste aree di sosta da parte di rom stranieri; vi è invece un chiaro impegno sancito dalla Costituzione svizzera nei confronti della minoranza nazionale Jenisch, Manuš e Sinti».
Anche i nomadi svizzeri hanno inoltrato le proprie osservazioni all’UFC, sottolineando che appoggiano pienamente la presa di posizione del Cantone Ticino, auspicando che l’autorità federale prenda in conto anche il disappunto da parte della comunità jenisch svizzera sulle proposte poste in consultazione. Il disaccordo condiviso tra il Governo cantonale e la comunità nomade svizzera concerne la volontà dell’UFC di creare delle aree di transito per i nomadi stranieri, mentre la giurisprudenza della Confederazione non ne prevede alcuna base legale.
L’incontro ha permesso al direttore del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi, accompagnato per l’occasione dalla Mediatrice culturale nell'ambito nomadi Nadia Bizzini, di raccogliere spunti e osservazioni da parte dei rappresentanti della comunità nomade svizzera e di ribadire l’ottima collaborazione instauratasi tra il Dipartimento delle istituzioni e la comunità