Cerca e trova immobili

CANTONETossicodipendenti nelle case anziani: «Invecchiano e vanno aiutati»

11.09.24 - 06:30
Le terapie sostitutive o di riduzione del danno permettono a chi fa uso di sostanze di avere una lunga vita. E si pensa alla loro vecchiaia
Imago
Tossicodipendenti nelle case anziani: «Invecchiano e vanno aiutati»
Le terapie sostitutive o di riduzione del danno permettono a chi fa uso di sostanze di avere una lunga vita. E si pensa alla loro vecchiaia

LUGANO - Il consumo di droga non è solo appannaggio dei giovani. Anzi, come emerso ieri durante la presentazione del Piano cantonale degli interventi nel campo delle tossicomanie, in Ticino c'è una fetta di consumatori che è invecchiata e che ora va gestita in modo adeguato. «Sono consumatori cronici di lunga data, persone che hanno iniziato a fare uso di droghe tra gli anni ottanta e i novanta», ci spiega Marcello Cartolano, responsabile delle sostanze illegali presso Ingrado.

Si tratta di persone «con una dipendenza principalmente da oppiacei», che «hanno avuto modo di essere inseriti in programmi di terapia sostitutiva, o che hanno usufruito di terapie di riduzione del danno, e che sono arrivati a varcare la soglia dei cinquantacinque anni».

Invecchiamento precoce - Come fa notare Cartolano, quando si parla di invecchiamento della popolazione tossicodipendente, si parla «di un invecchiamento precoce. Sono persone che, già verso i cinquantacinque anni, manifestano tutta una serie di problematiche geriatriche. L'invecchiamento è precoce a livello psicologico, ma anche somatico. Ciò è dovuto a una vita di stenti e di abusi». Ed è un fenomeno nuovo, mai affrontato prima: «In passato - precisa l'esperto - questo genere di persone moriva in età più giovane».

Fenomeno in aumento - In Ticino questi soggetti non sono tantissimi. «Possiamo parlare di una quindicina di persone delle quali due terzi necessiterebbe un supporto presso una struttura medicalizzata o di una rete di sostegno». Ma i numeri potrebbero diventare più grandi: «Stiamo parlando di un fenomeno che inizia ad esserci e in futuro ci sarà sicuramente. Persone che faranno una vita di consumo attivo e che probabilmente invecchieranno consumando. I servizi di supporto dovranno evolversi di conseguenza».

Destinazione casa anziani - Attualmente sono in essere collaborazioni con un paio di case per anziani. «Si sta facendo un affiancamento al personale e si sta procedendo con tutta una serie di riflessioni interne per valutare man mano l'inserimento di queste persone. Anche perché, al di là del della questione del consumo, meritano e vanno inserite in un contesto comunitario».

Un contesto nel quale, inevitabilmente, dovranno interagire consumatori con non consumatori. «Un elemento che va tenuto in considerazione proprio per ragionare sul tipo di supporto da offrire. Ci sono certamente coloro che sono in terapia metadonica, lo sono da vent'anni, hanno trovato un loro equilibrio e non danno problemi. Ma ci sono anche quelli con un consumo più sregolato, pasticciato. Anche perché, oggi, è sempre più abituale il policonsumo, quindi il mix di sostanze diverse. Ecco, qui l'inserimento in un contesto di socializzazione, di vita comunitaria, è più delicato e va gestito con competenza».

Casi delicati - Insomma, parlando di anziani che fanno uso di sostanze non bisogna pensare a dei "fricchettoni" con barba e capelli bianchi. «Abbiamo soggetti nei quali si sommano le problematiche legate al consumo e a problemi geriatrici. A questi, spesso, si aggiunge una componente psichiatrica, dovuta direttamente o indirettamente al consumo stesso. Situazioni quindi che vanno trattate farmacologicamente e che sono complesse».

No ai ghetti - L'obiettivo, precisa Cartolano, è quello di evitare di creare "contenitori" o "ghetti". «Le esperienze più interessanti a livello svizzero dimostrano la possibilità per queste persone di integrarsi all'interno di logiche comunitarie. Su questo stiamo lavorando ed è questo l'obiettivo che ci siamo prefissati».

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE