Si era tolta la vita in un momento di serenità. Qualcosa, ricordano gli amici, non quadrava. Oggi il marito ne confessa il delitto. Tutto era iniziato qualche anno prima, su una chat per incontri….
MONTE CARASSO –L’aveva conosciuta su internet. E, da quel momento, gradualmente, aveva perso la testa. Fino a farla venire in Svizzera, dalla lontana Russia. È iniziata così la discesa verso il fondo del 48enne residente a Minusio arrestato per avere confessato l’omicidio della moglie. Con un flirt nato sui social network. Trasformatosi, col passare degli anni, in un amore passionale e costoso. Anche la donna, oggi 39enne, si trova in detenzione. È sospettata di avere avuto un ruolo nell’omicidio.
Un necrologio scarno –“Il papà, i figli con il loro padre e tutti i parenti, annunciano, a funerali avvenuti, la dipartita della nostra cara”… Recitava così il necrologio apparso il 21 luglio del 2016 sui quotidiani ticinesi. Riferiva di una donna di Monte Carasso, classe 1969, scomparsa prematuramente. Era stata trovata in casa, morta, da uno dei suoi figli. Per due anni si penserà che quella donna sia morta suicida. Fino alla drammatica confessione del marito, presentatosi lo scorso mese di maggio al posto di polizia di Locarno.
I primi dubbi già all’epoca – Quel suicidio, nonostante la conferma delle autorità, era parso a molti sospetto. Perché la vittima si trovava in una fase particolarmente felice della sua vita. Si era rimessa in forma. E aveva pure iniziato una nuova relazione. Qualche giorno prima della sua misteriosa morte, aveva confidato a un’amica di essere felice per il fatto che finalmente la ruota girasse nel verso giusto anche per lei.
Sensi di colpa – Infatti, oggi sappiamo che la donna non si è tolta la vita. È stato l’ex marito a ucciderla. Attivo nel ramo dell’esercito, e anche come pompiere volontario, aveva tutte le conoscenze necessarie per compiere il delitto perfetto. E ci è riuscito. Dapprima soffocandola, in seguito tagliandole le vene dei polsi e lasciandola morire dissanguata. Solo i suoi sensi di colpa, nel frattempo, hanno fatto emergere la verità.
Il ruolo del sacerdote – Un ruolo chiave, nella sua confessione, l’avrebbe avuto il sacerdote con cui il 48enne si era sfogato. Il religioso, una volta venuto a conoscenza dei fatti, avrebbe fatto di tutto per spingere l’uomo a costituirsi. Allo stesso tempo, la nuova vita del 48enne andava a rotoli. In casa, con la nuova partner, le tensioni erano forti. Tanto che addirittura, lo scorso mese di marzo, la polizia fu costretta a intervenire per sedare una lite domestica tra i due.
Problemi economici –Dovrebbe, nel frattempo, essere confermato il movente economico. In particolare, alla base del delitto potrebbe esserci una questione legata agli alimenti. Il 48enne era, di base, piuttosto benestante. Ma, tra i conoscenti della coppia, si parla di difficoltà finanziarie legate alla nuova relazione, piuttosto dispendiosa. E a una casa in Leventina che l’uomo non riusciva a vendere. I due si erano sposati un anno prima del delitto. Oggi si trovano entrambi in carcere.