Il medico cantonale aveva scritto alla magistratura di un «possibile pericolo per la salute pubblica». Ma all’Ars Medica la procura aveva assicurato: «Nessun pericolo per i pazienti»
GRAVESANO - La segnalazione sulle "operazioni fasulle" effettuate dal neurochirurgo dell’Ars Medica finito sotto inchiesta e sospeso la scorsa domenica era arrivata già l'8 febbraio 2019. A riferirlo è il Caffè, che evidenzia un dettaglio non da poco.
Il medico cantonale ha scritto alla magistratura in febbraio. Nella lettera viene descritto in dettaglio il caso di una 74enne affetta da forti dolori che dopo l’intervento all’Ars soffre nello stesso modo. I medici del Civico, cha la (ri)operano, scoprono che sul suo corpo era stata unicamente praticata un’incisione e pure nel punto sbagliato (troppo in alto). Il dottor Merlani parla quindi di «sospetto reato di lesioni gravi e intenzionali» e, da approfondire, «di truffa alle assicurazioni sociali, falsità in documenti e falsità in certificati». Ma, più di tutto, solleva la presenza all’Ars Medica di «un possibile pericolo per la salute pubblica».
La procuratrice Marisa Alfier il 12 febbraio invita la struttura a segnalare eventuali altri casi ma - secondo quanto riferito dal direttore della clinica privata Fabio Rezzonico - assicura che non c’è pericolo per i pazienti. E il neorochirurgo continua a operare. Gli interventi sospetti da uno passano quindi a quattro: il primo il 26 ottobre 2018, l’ultimo il 25 luglio 2019. In mezzo uno in marzo e l’altro il 16 luglio.
Il neurochirurgo non è quindi stato sospeso (fino alla scorsa domenica) e ha effettuato altre tre finte operazioni. Secondo le parole del direttore della clinica, il medico non era neppure a conoscenza dell’inchiesta in corso nei suoi confronti.