Le autorità comunali, con un comunicato, descrivono il discusso intervento di ieri sera al quartiere Maghetti
E sul giovane «accompagnato al suolo» precisano: «Ha riconosciuto due agenti che lo avevano già trattato in occasione di altri reati e li ha sfidati fisicamente».
LUGANO - «Questo video mostra solo una piccola parte della realtà. Non mostra né quanto accaduto prima, né quanto successo dopo». Così si è espresso Roberto Torrente, comandante della polizia comunale di Lugano, in merito al video che circola in rete da questa mattina su un intervento avvenuto ieri sera al quartiere Maghetti. Ed è per questo che in serata la polizia cittadina ha trasmesso una presa di posizione ufficiale.
Alle 23:00 del 28 dicembre la pattuglia giunta sul posto - che ha immediatamente chiesto il supporto di altri colleghi - avrebbe constatato (come da segnalazione) la presenza di «un gruppo composto da una decina di giovani che venivano meno alle attuali norme igienico-sanitarie imposte (porto della mascherina, numero massimo di persone, distanza sociale) e riproducevano musica ad alto volume con altoparlanti».
Gli animi, si sarebbero subito scaldati. «Diversi giovani si sono opposti al controllo, con un comportamento ostile, arrogante e provocatorio nei confronti degli agenti che in quel momento stavano svolgendo il loro dovere», precisa la nota. Per poi concentrarsi sul ragazzo di cui si vede il fermo a terra nel video: «Un cittadino iracheno già noto alle forze dell'ordine per svariati reati».
La polizia definisce il suo come un «comportamento aggressivo e non collaborativo»: «Nonostante le indicazioni degli agenti, e con un evidente gesto di sfida li provocava continuamente, obbligandoli a fermarlo per allontanarlo dal gruppo». Il ragazzo avrebbe «riconosciuto due agenti che lo avevano già trattato in occasione di altri reati» e per questo avrebbe «cercato lo scontro con loro, sfidandoli fisicamente».
A quel punto un agente lo avrebbe «preso per un braccio allo scopo di contenerlo». Da qui «la reazione aggressiva del cittadino iracheno che, afferrando la divisa dell'agente e strappandola, cercava di trascinarlo a terra». A questo punto, «per procedere al fermo dell'individuo, si è reso necessario accompagnarlo al suolo e procedere al suo ammanettamento - aggiunge la polizia luganese -, cosa resa difficile dalla continua reazione violenta dello stesso». Una volta ammanettato, il ragazzo sarebbe «stato rimesso in piedi e ogni tipo di coercizione sarebbe terminata».
Infine, le autorità comunicano che i presenti verranno sanzionati per infrazione alla Legge sull'Ordine Pubblico e denunciati per contravvenzione in urto all'articolo 13 dell'Ordinanza Covid 19 - situazioni particolari.
Anche Giorgio Fonio, segretario del comitato OCST Funzionari di Polizia, ha preso posizione nei confronti dell'accaduto: «Chi aggredisce un agente, aggredisce la società».
🔴CHI AGGREDISCE UN AGENTE AGGREDISCE LA SOCIETÀ!🔴 L’offesa e il dileggio nei confronti della nostra Polizia sono lo...
Pubblicato da Giorgio Fonio su Martedì 29 dicembre 2020