Prosciolto dal tentato omicidio, il 27enne protagonista del pestaggio della Rotonda dovrà scontare solo un anno e quattro mesi di carcere.
LUGANO - Condannato, sì, ma soltanto per rissa e danneggiamento. Non è stato ritenuto colpevole di tentato omicidio, né di tentate lesioni gravi e semplici, il 27enne srilankese residente in Svizzera tedesca processato ieri alle Assise criminali di Lugano per il ruolo da lui ricoperto nello scontro violento avvenuto a ottobre 2022 alla Rotonda di Locarno.
L'uomo dovrà scontare un anno e quattro mesi di carcere, più un trattamento stazionario in una struttura chiusa, ha annunciato il giudice Mauro Ermani, che ha poi motivato la sentenza.
«Dal momento che il video è diventato virale, il gruppo di giovani che ha pestato l'imputato ha avuto tutto il tempo per capire che la cosa non sarebbe finita lì, e quindi per cercare di inquinare le prove. Significativi, in tal senso, sono gli scambi di messaggi di alcuni dei ragazzi». I fatti, continua Ermani, si sono poi svolti in «fasi concitate e con protagonisti sotto l'influsso di alcol e stupefacenti. Le testimonianze sono quindi, in generale, piene di contraddizioni».
Nel valutare il caso la corte è quindi stata costretta ad appoggiarsi soprattutto sul video del pestaggio diffusosi a macchia d'olio sui social e sui filmati della videosorveglianza della Città di Locarno. Su questa base è dunque stato accertato che quella notte il 27enne aveva effettivamente un coltello da cucina in mano: «Determinante è stato l'audio della registrazione video in cui la persona che filma, non senza una certa enfasi, esclama "ha un coltello"», sottolinea il giudice. «Che l'imputato sia spesso in giro con un coltello lo dimostrano poi sia i fatti della Denner di Lucerna che i suoi precedenti. I luccichii che si possono vedere nelle immagini sono inoltre attribuibili alla lama del coltello».
A far permanere dubbi sull'accaduto sono però i filmati della videosorveglianza, definiti da Ermani «di pessima qualità». Le immagini mostrano «che il 27enne ha sferrato almeno un colpo, dall'alto verso il basso, a mò di pugnalata. Contro chi e a quanta distanza non è però dato sapere», viene precisato: «È dunque impossibile stabilire quale danno il suddetto gesto avrebbe potuto causare».
La corte «ha potuto unicamente stabilire che l'imputato aveva sì un coltello, con il quale ha sì minacciato i giovani. Ma ciò non basta per accertare che abbia attentato alla vita di qualcuno o cercato di colpire una o più persone», insiste il giudice. L'agire del giovane configura dunque soltanto il reato di rissa, al quale si aggiunge, per l'episodio della Denner, quello di danneggiamento.
Per fronteggiare le turbe psichiche del 27enne e la sua dipendenza dall'alcol è comunque stato ordinato un trattamento stazionario in una struttura chiusa: lo scopo ultimo è quello di abbassare il suo rischio di recidiva, dal perito giudicato alto.