Il Governo grigionese ha deciso di non dar seguito alla petizione lanciata da un'infermiera della regione.
Il testo, che ha raccolto 4'450 firme in tutta la Svizzera, chiedeva l'adozione per Mesolcina e Calanca di misure analoghe a quelle attuate in Ticino.
GRONO (GR) - Il Governo grigionese, pur manifestando la massima comprensione per la situazione nelle valli italofone, ha deciso di non dar seguito alla petizione "Sostegno ticinese al Moesano", che chiedeva l'adozione per Mesolcina e Calanca di misure anti-coronavirus analoghe a quelle attuate in Ticino, più severe di quelle ordinate dal Consiglio federale.
La petizione, promossa da Michela Ahmed Ranzi, un'infermiera residente nel Moesano, appartenente a un gruppo a rischio per la malattia Covid-19, fino a ieri aveva raccolto 4'450 firme in tutta la Svizzera, di cui 1'950 dal Moesano e dal Ticino.
Ranzi aveva lanciato la petizione il 27 marzo, giorno in cui il Consiglio federale aveva deciso che i Cantoni sono abilitati, in casi eccezionali, ad adottare provvedimenti che vanno oltre quanto previsto dall'ordinanza del governo sul coronavirus. La decisione aveva fatto seguito alla chiusura di imprese e cantieri decisa da Bellinzona e, in un primo tempo, giudicata da Berna non conforme al diritto federale. L'infermiera chiedeva che il Governo retico ammettesse questa prassi restrittiva anche per il Moesano.
Non dando seguito alla richiesta dei firmatari, l'esecutivo retico ricorda prima di tutto che lo Stato maggiore di condotta della Regione Moesa ha deciso di non avvalersi della possibilità eccezionale offerta dal Consiglio federale, si legge in un comunicato odierno della Cancelleria dello Stato.
Il Governo, afferma la nota, ha la massima comprensione per la situazione nelle valli meridionali e in particolare nella Regione Moesa. Per via della prossimità al Ticino e all'Italia, le valli del Grigioni italiano si trovano ad affrontare sfide particolari dovute al coronavirus. L'esecutivo ne ha piena consapevolezza anche grazie alle due visite di una sua delegazione in loco, che hanno permesso di evidenziare la buona collaborazione tra Coira e la regione nonché l'attuazione delle misure volte a limitare la diffusione del virus.
Il Governo ribadisce che all'occorrenza l'assistenza ospedaliera per la Regione Moesa sarebbe garantita anche dall'ospedale di Thusis e dall'ospedale cantonale di Coira, qualora le capacità del Cantone Ticino non dovessero più essere sufficienti.