La municipale Sonia Colombo Regazzoni smorza le polemiche e risponde: «Non vogliamo rubare l'osso a nessuno, non è una competizione»
CHIASSO - Un audio "rubato" durante la visita della delegazione PLR al Centro richiedenti l'asilo di Chiasso ha sollevato un polverone. Convinta di non essere ripresa, dunque a microfoni spenti, la municipale di Chiasso Sonia Colombo Regazzoni si è trovata a discutere con i colleghi di partito della sospensione di un agente della PolCom di Chiasso.
Quelle che dovevano essere immagini di contorno relative alla visita al centro asilanti, hanno finito per diventare l'oggetto di un vero e proprio caso politico che ha spinto il gruppo Lega-UDC in Consiglio comunale a chiedere Municipio di sollevare la municipale dal suo incarico.
«Una frase estrapolata dal contesto generale, insomma, un'intercettazione, se così la vogliamo chiamare», ci tiene a precisare, interpellata al telefono, la diretta interessata. «Non sapevo assolutamente di essere filmata in quel momento e mi sembra chiaro il fatto che io non abbia rilasciato alcuna intervista».
Accusata di aver parlato sulla pubblica via di tematiche «strettamente confidenziali e riservate», Colombo Regazzoni si difende: «Non stavo chiacchierando con degli amici per strada, stavo parlando con degli esponenti del parlamento federale. Ho portato degli esempi, in un italiano semplificato, per essere più comprensibile ai presenti. La notizia in ogni caso era risaputa e comunque non ho fatto nomi. Insomma, non credo di aver commesso errori».
Per quanto riguarda la richiesta di rivederne la posizione (ad oggi è a capo dei dicasteri territorio e sicurezza pubblica) aggiunge: «Mi viene un po' da ridere. Ma spetterà al Municipio decidere, visto che è stata presentata questa interrogazione. Certo è che non ho alcuna intenzione di prestarmi a certi giochi. Io sto passando l'estate su Piazza Indipendenza per cercare di risolvere un problema, quello di Chiasso».
Per la municipale sembra a questo punto evidente che l’attenzione del PLR verso uno dei temi di punta dell'UDC possa aver generato fastidi. «Incomprensibilmente, la visita del PLR svizzero ha creato grandissimo malumore nell'ambiente dell'UDC. Questo mi dispiace». Quindi aggiunge: «Io per prima ho sempre riconosciuto il fatto che stiano cavalcando il tema da anni. Che anche il PLR svizzero abbia capito la situazione, in particolare a Chiasso, e abbia voluto constatarla con i propri occhi, la trovo una cosa molto positiva. Se noi marciamo tutti nella stessa direzione, magari, qualcosina la portiamo a casa».
Rispondendo poi al presidente UDC Marco Chiesa, che ha ridotto le richieste dei Liberali Radicali alla stregua di «un cerottino su un'emorragia», conclude: «Possono anche essere dei cerotti, ma meglio un cerotto che nulla. Soprattutto nella nostra situazione. Alla fine, a Chiasso, quello che chiediamo è di mantenere 350 rifugiati e non 600. Una richiesta molto concreta. Non è una competizione. E non vogliamo portare via l'osso a nessuno».