Valentina Mühlemann e Lia Sansossio-Cippà, candidate al Municipio e al Consiglio Comunale per la Lista 6 Avanti Ticino&Lavoro e Più Donne
I controsensi edilizi della città di Bellinzona sono un pugno in un occhio per il paesaggio: da una parte i milioni spesi in restauri per il Castel Grande e le sue mura, dall’altra le licenze edilizie e l’imminente costruzione di una muraglia di palazzi che andranno a sommergere di cemento i meravigliosi castelli UNESCO, che tutti ci invidiano.
Un ennesimo esempio, lo abbiamo dalla demolizione dello stabile in Viale Portone che ha riportato alla luce uno stupendo scorcio sulla roccia di Castel Grande. Solo per un tempo limitato i nostri occhi potranno godere dello spettacolo culturale riemerso.
Una città che mira ad essere anche polo culturale non dovrebbe rilasciare permessi di costruzione che deturpano il paesaggio, che oscurano il nostro patrimonio artistico senza tutelare la nostra preziosa memoria storica.
Negli anni sono stati spesi milioni per riqualificare alcune parti della rocca di San Michele che con la costruzione della passerella, che attraversa Viale Portone, è diventata una camminata fiabesca che permette alle persone di vivere un percorso storico-artistico unico nel suo genere.
La brama di concedere spazi agli interessi privati, ha fatto sì che i palazzi abbiano sbarrato la possibilità di completare la valorizzazione di un monumentale e suggestivo percorso culturale. Solo a Bellinzona vengono date simili concessioni, perché in altre nazioni questi tesori inestimabili vengono protetti, custoditi e valorizzati.
La nostra murata UNESCO è stata in effetti declassata dalla città a recinzione di palazzi privati, questo mentre in tutto il Paese si sta lavorando per rendere pubbliche le rive privatizzate dei laghi.
Bellinzona ha dimenticato di avere i castelli?
Ancora una volta si è perso il treno dimostrando poca sensibilità vero il patrimonio storico, culturale e artistico della città. Avere un tesoro tra le mani e sperperarlo a favore dei soliti è ingiusto, in quanto la cultura è proprietà di tutti i cittadini e non un privilegio di pochi che poi, detto tra noi, nemmeno risiedono nei fiumi di cemento che ergono.
Per il bene della popolazione bellinzonese, del turismo e del buonsenso si spera almeno che ai piedi della murata venga creato un passaggio pubblico.