Rocco Bianchi - Lista 5 - candidato n. 8 (indipendente)
La storia dei grandi progetti in Ticino, a Lugano in particolare, segue un immutabile copione: si partorisce l’idea, seguono discussioni lunghe possibilmente qualche decennio se non più condite da immancabili polemiche e innumerevoli gare/concorsi/appalti per i progetti e un giorno, forse e solo dopo aver superato la gara ad ostacoli di una caterva di ricorsi, la realizzazione. Di conseguenza le opere, viste le lungaggini, nascono già vecchie e superate e con sorpassi di spesa importanti, per cui non sono rare altre polemiche.
Non fanno eccezione gli ultimi grandi cantieri in programma in città. Per iniziare a costruire un nuovo stadio di calcio e un palazzetto dello sport per basket e pallavolo, poi un po’ pomposamente ribattezzato Polo sportivo e degli eventi (PSE), ci sono voluti circa 40 anni. Subito dopo l’approvazione popolare – in rapido e non esaustivo elenco – abbiamo visto la defenestrazione degli architetti progettisti per consegnare il tutto nelle mani dei privati, il grido di allarme di architetti e ingegneri sulla qualità e il rispetto delle procedure, i rattoppi eseguiti in corso d’opera per atletica e squadre di calcio (ci si è accorti che se si eliminano i quattro campi prima esistenti a lato fiume qualche problema di spazio per allenarsi si crea e non verrà compensato con i tre nuovi terreni da gioco costruiti al Maglio) e infine i recenti dubbi emersi su cifre e costi.
Sul Polo congressuale da costruirsi al Campo Marzio sul sedime oggi occupato dal vetusto e ormai inadeguato Padiglione Conza non siamo a 40 anni di discussioni ma poco ci manca, visto che ormai non si contano più i bandi di concorso fatti per progetti e idee, associati alle indispensabili varianti di piano regolatore, poi puntualmente ritirati o annullati. Nel frattempo non ci si è accorti che il mondo è cambiato, che l’attrattività delle fiere è scemata (ne resistono poche, e a fatica) e che pure il turismo congressuale non se la passa tanto bene, per cui more solito il progetto rischia di nascere vecchio e datato, pensato per un mondo che non c’è più e non per quello che verrà.
È di questi giorni la presentazione di una mozione interpartitica per effettuare uno studio di fattibilità per inserire in una delle due costruende torri del PSE un Istituto delle scienze dello sport dell’USI. Idea senz’altro da condividere e appoggiare. Ci si chiede tuttavia, visto che al PSE ci sono appunto almeno una torre e forse tre palazzine che al momento non hanno una destinazione, perché non dedicare questi spazi anche al futuro Polo congressuale, con albergo annesso, e destinare il Campo Marzio ad altra funzione. Magari, riproponiamo, ampliando la zona di verde e di svago destinata alla popolazione, oggi confinata a Parco Ciani e Lido, e sgravando così il già caotico centro cittadino di ulteriore traffico.
Doveva a questo proposito servire il nuovo piano viario con annesse opere di accompagnamento. Tra queste il tram treno, che ha recentemente subito una nuova battura di arresto. Gli è tutto sbagliato, gli è tutto da rifare, avrebbe detto un vecchio campione italiano di ciclismo, ed è quello che è puntualmente avvenuto: concorso per l'aggiudicazione della tappa prioritaria aperto nel settembre 2021 e interrotto e annullato a marzo 2024. Esito logico di un appalto condito dalle solite polemiche e dalle preoccupazioni per la sua complessità ma comunque vinto da un consorzio e il cui esito fu annullato dal Tribunale federale. Tre anni buttati via insomma, e intanto il Luganese e la città sono strangolati dalle code.
E questa è solo, come detto, la tappa prioritaria, perché ancora da fare sono le ipotetiche diramazioni all'interno della città e verso il Pian Scairolo (resta un mistero il motivo per cui la linea si ferma a Manno e non continui fino a collegarsi alla rete TILO) e gli indispensabili park & ride per i pendolari oltre decidere che fare dell'attuale linea che sale verso la stazione ferroviaria di Lugano. Non bazzecole, insomma. Forse i miei figli ne vedranno la conclusione, perché che tutto questo terminerà nel 2033 come da programma nessuno riteniamo ci creda più.
Nel frattempo si è riaperta anche la questione della circonvallazione di Agno, che ci si è accorti che scavando la nuova strada a poca distanza dalla riva del lago come previsto si sarebbe trovata l’acqua. Opera anche questa da rifare e ripensare (tornerà in auge l’idea di una galleria d’aggiramento?), con inevitabile perdita di
tempo e di soldi pubblici.
Benvenuti a Lugano, canton Ticino.
Rocco Bianchi, Lugano
Lista 5, candidato no. 8 (indipendente)