Dopo aver rigettato la richiesta di abolizione l'europarlamento ha chiesto ulteriori verifiche, i contrari: «Non serve a niente, lo dice anche la scienza»
STRASBURGO - «Una valutazione approfondita» sul cambio biannuale dell'ora. È questo ciò che chiede il Parlamento Ue sul fronte dell'ora legale. La risoluzione approvata oggi degli eurodeputati è stata modificata con degli emendamenti che ne hanno limitato la portata.
Non si chiede più, quindi, alla Commissione Ue di proporre l'abolizione del «cambiamento semestrale», ma solo di studiare la questione, e, «eventualmente proporre una modifica» della direttiva Ue del 2000, che regola l'alternanza tra ora legale e solare.
La risoluzione firmata dalla verde francese Karima Dalli, e sostenuta da un variegato fronte di eurodeputati del Nord, Centro ed Est Europa di tutti gli schieramenti politici, è stata completamente stravolta dagli emendamenti, un lavoro che ha portato a cancellare completamente la richiesta di abolizione dell'ora legale. Una richiesta mai espressa direttamente, ma sottointesa alla domanda di abrogare il cambio semestrale d'ora.
Gli eurodeputati, inoltre, hanno profondamente smorzato anche altre parti della risoluzione, in particolare è scomparso il «considerando» in cui si assicurava che «numerosi studi scientifici» non sono riusciti «a dimostrare alcun effetto positivo del cambiamento semestrale dell'ora e, al contrario, hanno segnalato l'esistenza di effetti negativi» sulla salute, l'agricoltura e la sicurezza stradale. Questo paragrafo è stato sostituito con un altro assolutamente neutro: gli studi «non sono riusciti a giungere a conclusioni definitive». Da qui la richiesta di un'attenta valutazione da parte della Commissione Ue.
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