Anthony Fauci, volto dell'unità d'intervento Covid-19 americana, ammette: «Abbiamo un problema».
WASHINGTON - «La pandemia globale è ancora all'inizio», il virus è «sempre forte» e non ce ne liberemo fino a quando non arriverà il vaccino, «probabilmente tra fine 2020 e inizio 2021». Così si è espresso sul Corriere della sera Anthony Fauci, l'ormai celebre l'immunologo dell'unità d'intervento anti Covid-19 statunitense che era stato messo da parte da Donald Trump e che, riguardo a quest'ultima decisione, ha subito precisato: «forse» il presidente «ha capito che non era una buona idea».
Sull'Europa dice che «le frontiere potrebbero riaprire presto» e che l'Organizzazione mondiale della Sanità «ha tanti difetti, ma è necessaria». Nei prossimi mesi «a meno che tutti i diversi Paesi non adottino misure di contenimento, dobbiamo aspettarci una diffusione del contagio ancora più vasta. Negli Stati Uniti abbiamo un problema, perché la nostra epidemia non è sotto controllo».
Il presidente Trump «non ha mai cercato di licenziarmi, anche se i giornali lo hanno scritto. In realtà mi ascolta molto, anche se non tutte le volte. Adesso è molto interessato a riaprire il Paese e a riattivare l'economia. Diciamo che non era stata una buona idea relegarci in seconda fila. Deve averci ripensato, visto che ci ha rimessi in prima fila».
«La Cina non è stata del tutto trasparente nella prima fase dell'epidemia - osserva - quando diceva che il Covid-19 si trasmetteva solo dagli animali agli esseri umani e che non aveva la capacità di passare da uomo a uomo».
Secondo i dati raccolti dalla Johns Hopkins University, negli Stati Uniti il numero dei contagi dall'inizio della pandemia ha superato i 3 milioni di unità. I morti sono più di 132mila. I guariti quasi 1 milione.