È ripreso il processo a carico del primo ministro israeliano. La procuratrice: «È stata grave corruzione di regime».
GERUSALEMME - Il primo ministro israeliano, Benyamin Netanyahu, si trova nella sede della Corte distrettuale di Gerusalemme per la ripresa del processo a suo carico per corruzione, frode e abuso di potere in tre distinte inchieste giudiziarie. Questa è la terza volta che il politico 71enne appare in Tribunale dall'inizio del processo.
Netanyahu è al centro di «un caso grave di corruzione di regime». È questo l'atto di accusa che la Procuratrice Liat Ben Ari ha rivolto al premier israeliano. Una vicenda nella quale il «primo sospettato è il premier di Israele, che ha usato il suo grande potere in maniera illecita», ha aggiunto.
Nel frattempo, di fronte alla sede del tribunale distrettuale di Gerusalemme dove è in corso la udienza del processo a Netanyahu, si sono organizzati due picchetti di dimostranti. Uno è composto da aderenti al movimento 'Crime Minister', che invoca la rimozione immediata di Netanyahu dalla carica di primo ministro. Fra i dimostranti - alcune decine - ne spicca uno che indossa la tenuta da carcerato e una maschera con le sembianze del premier.
A breve distanza, separato da un cordone di agenti, c'è un picchetto di tono opposto, organizzato da due deputati del Likud, Galit Distel-Etebaryan e Shlomo Kar'i. Su un palco hanno eretto un cartellone su cui si legge, con un riferimento alle elezioni politiche di fine marzo: «Il popolo ha scelto: Netanyahu». Inoltre, in un messaggio diretto personalmente al premier, viene assicurato: «Non marcerai mai da solo».