Scontri con la polizia e veicoli in fiamme: la situazione è presto degenerata
Il Governo ha condannato in modo unanime l'accaduto: «completamente inaccettabile»
BELFAST - Delle nuove violenze sono esplose nella notte a Belfast, con scontri fra manifestanti e polizia, un autobus bruciato e un giornalista aggredito.
In un comunicato ufficiale congiunto, il Governo dell'Irlanda del Nord ha condannato le nuove violenze. Gli scontri - già censurati dal governo centrale di Londra e dal primo ministro britannico Boris Johnson - sono stati bollati come «completamente inaccettabili».
«Condanniamo nella maniera più ferma tutte le violenze che si sono verificate nell'Irlanda del Nord in questi giorni», ha invece detto poche ore fa il portavoce della Commissione europea Eric Mamer replicando ai giornalisti. «Nessuno può trarne un guadagno», ha aggiunto, «chiediamo a tutte le parti di astenersi immediatamente da questi atti di violenza».
Si è trattato dell'ultima di una serie di nottate di disordini registrate da una settimana a questa parte in varie città nordirlandesi. Disordini scatenati in prima battuta da gruppi radicali unionisti: infuriati per la decisione della polizia locale di non procedere penalmente contro le violazioni delle regole anti Covid compiute da centinaia di attivisti repubblicani e dirigenti dello stesso Sinn Fein in occasione del funerale di uno storico ex esponente di spicco dell'Ira.
Un episodio per il quale la stessa Arlene Foster aveva inizialmente invocato le dimissioni del comandante della Psni (Police Service of Northern Ireland), Simon Byrne, gettando secondo i repubblicani benzina sul fuoco.
Nel comunicato di oggi, comunque, sia Foster sia gli alleati-rivali dello Sinn Fein, condannano come «assolutamente inaccettabili e ingiustificabili le devastazione, la violenza, le aggressioni ai poliziotti». Mentre dichiarano sostegno alla Psni nello sforzo per «mettere fine» ai disordini e «prevenire ulteriori violenze».
Sullo sfondo, oltre al caso del funerale, pesano peraltro le conseguenze della Brexit: in particolare i malumori del fronte unionista contro gli accordi firmati dal governo Johnson con l'Ue per garantire il mantenimento del confine aperto fra Irlanda del Nord e Repubblica d'Irlanda anche a costo di accettare controlli amministrativi doganali sulle merci europee in transito alla frontiera interna fra Ulster e resto del Regno Unito.