Il cosiddetto orizzonte degli eventi di un buco nero può solo aumentare, conferma uno studio
BOSTON - È stato dimostrato per la prima volta il teorema dell'astrofisico Stephen Hawking sui buchi neri.
Formulato 50 anni fa, il teorema prevede che l'area del cosiddetto orizzonte degli eventi, il limite oltre il quale nè materia nè luce riescono a sfuggire dall'interno di uno di questi mostri cosmici, può solo accrescersi. La conferma della previsione di Hawking è pubblicata sulla rivista Physical Review Letters (Prl) dal gruppo dell'Istituto Kavli per l'astrofisica e la ricerca spaziale del Massachusetts Institute of Technology (Mit) coordinato da Maximiliano Isi.
La conferma del teorema è arrivata dalle onde gravitazionali prodotte dalla collisione fra due buchi neri rilevata nel 2015, ossia il primo segnale della loro esistenza. Analizzando il segnale, emesso da due buchi neri che si sono fusi insieme fino a generare a loro volta un terzo buco nero, i ricercatori del Mit hanno calcolato l'area dell'orizzonte degli eventi del buco nero finale. Hanno, così, dimostrato che è più grande della somma delle aree degli orizzonti dei due buchi neri di partenza: 367.000 chilometri quadrati contro i 235.000 dei due corpi iniziali. Proprio come previsto dalla teoria del celebre cosmologo britannico, scomparso nel marzo 2018.
Hawking propose la sua teoria nel 1971, sostenendo che l'area dell'orizzonte degli eventi di un buco nero sia proporzionale alla sua massa e che, poiché i buchi neri in base alla teoria della Relatività generale possono solo guadagnare massa, il loro orizzonte degli eventi è destinato solo a crescere. Lo studio, concludono gli autori, «ci fornisce un nuovo strumento per sondare i segreti di questi oggetti misteriosi e testare i limiti della nostra comprensione dell'universo».