Ma non sono mancate anche le proteste. Sull'intera isola sono ancora dislocati 26'000 militari statunitensi
TOKYO - Il Giappone celebra i 50 anni dalla restituzione dell'isola di Okinawa, al termine dell'occupazione post bellica degli Stati Uniti, ma non si attenuano le proteste della popolazione locale, contraria alla eccessiva presenza militare Usa, e ai risultati economici 'ben al di sotto dei potenziali di crescita'.
Alla manifestazione ha partecipato il premier Fumio Kishida, e da un collegamento online l'imperatore Naruhito con la consorte Masako. Il governatore di Okinawa, Danny Tamaki, eletto su una piattaforma anti-governativa, ha ricordato il sacrificio richiesto ai residenti, ribadendo «come gli obiettivi di 50 anni fa siano stati essenzialmente disattesi».
L'isola è tornata ad essere parte integrante del Giappone il 15 maggio del 1972, quasi 20 anni dopo il Trattato di pace di San Francisco, nel 1951, durante il quale l'amministrazione Usa stabilì l'espropriazione di ampie aree della prefettura per favorire la costruzione di basi militari. Nonostante rappresenti meno dell'1% del territorio del Giappone, attualmente Okinawa ospita il 70% circa delle strutture militari statunitensi presenti nel Paese del Sol Levante, in crescita rispetto al 58,8% del 1972, malgrado gli accordi nello statuto auspicassero il ritorno a 'un'isola pacifica e demilitarizzata.
Tra le proteste locali più accese quelle che riguardano il progetto di smantellamento della base aerea di Futenma dalla affollata area residenziale di Ginowan, verso la costa sul versante a nord est di Henoko, lungo una laguna popolata da coralli in via di estinzione.
Sull'intera isola sono dislocati 26.000 militari Usa, poco più della metà dell'intero contingente statunitense di stanza in Giappone. Nel corso degli anni diversi incidenti si sono succeduti, tra cui uno riguardante un elicottero in un campus universitario, oltre ai numerosi casi di violenze sessuali di cui sono stati accusati i militari.
Malgrado l'indotto economico delle basi, l'isola di Okinawa continua e essere l'ultima delle 47 prefetture del Paese per reddito pro-capite, per l'assenza di strutture industriali adeguate e un'eccessiva dipendenza dal settore del turismo. La rilevanza delle concessioni di Tokyo agli avamposti militari Usa verrà discussa durante la visita in Giappone del presidente statunitense Biden a fine maggio, in un contesto che l'esecutivo di Tokyo descrive di «necessaria deterrenza alla sempre maggiore risolutezza nella regione della Cina». In un recente sondaggio della emittente pubblica Nhk, l'80% dei giapponesi considera la distribuzione delle truppe militari Usa "inopportuna" o "in qualche modo ingiusta".