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Interrogatorio-fiume per Giovanni Toti nella caserma della Guardia di Finanza
GENOVA - Un lungo interrogatorio, durato 8 ore. Sono le sette di questa sera (23 maggio) quando il governatore della Liguria Giovanni Toti lascia la caserma della Guardia di Finanza, nella zona del porto di Genova.
Come riporta il Corriere della Sera, Toti si è sottoposto al fuoco di domande dei pm (180) respingendo tutte le accuse. Con sè una memoria di 17 pagine per dire che «ogni euro incassato ha avuto una destinazione politica: nessun contributo ha prodotto arricchimento o utilità personale a me, agli altri appartenenti al mio partito o a terzi privati».
Toti ha messo per iscritto che «ogni dazione di denaro è stata accreditata con metodi tracciabili e rendicontata» e che «i rendiconti sono stati (e sono ancora) pubblicati sui siti internet delle organizzazioni politiche a mio sostegno».
Altro tasto delicato le accuse di voto di scambio con il nucleo siciliano dei riesini: Toti ha replicato dicendo che ha vinto le elezioni con 380 mila voti e che le indagini avrebbero approssimativamente calcolato in 400 voti l'apporto della comunità siciliana che risiede a Genova. «L'apporto non è tale da turbare l'equilibrio democratico del voto» riporta un passaggio del memoriale il Corriere della Sera. Sugli incontri che avvenivano sullo yacht dell'imprenditore Aldo Spinelli, ha dichiarato che quella barca era da sempre utilizzata dal noto industriale come «una succursale dell'ufficio».
