Situazioni di crisi, viaggi sconsigliati e rientri. Come funziona? Il DFAE: «La decisione rimane volontaria. Non organizziamo le partenze»
Libano, Israele, Iran, Venezuela. Una panoramica completa dei cosiddetti "consigli di viaggio" può essere consultata sul sito del Dipartimento. «I consigli riflettono la valutazione attuale della situazione» e «vengono rivisti costantemente».
BERNA - «Lasciate il paese». Un invito. O meglio, una raccomandazione che i ministeri degli Esteri rivolgono ai propri cittadini che risiedono in terra straniera quando la situazione generale inizia a prende una brutta piega. Guerre. Crisi politiche. Di esempi l'attualità delle ultime settimane non è stata di certo avara.
Come nel caso del Libano. Dopo l'uccisione del capo politico di Hamas, Isma'il Haniyeh, avvenuta in circostanze ancora poco chiare - un raid di precisione? Una bomba? - in quel di Teheran e l'attacco di Hezbollah alla cittadina drusa di Majdal Shams, il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) ha consigliato ai cittadini svizzeri di lasciare il paese dei cedri e, quasi contestualmente, sconsigliato i viaggi non urgenti in Israele e in Iran in considerazione del rischio, elevatissimo, di escalation del conflitto a livello regionale.
Una panoramica completa dei cosiddetti "consigli di viaggio", paese per paese, può essere consultata sul sito del DFAE. «I consigli di viaggio per Israele, i Territori palestinesi occupati, il Libano e l'Iran sul sito web riflettono la valutazione attuale della situazione» e «vengono rivisti costantemente e modificati se la valutazione della situazione cambia», ci spiegano dal Dipartimento.
«Se la situazione di crisi persiste», come nel caso del Libano citato qualche riga fa, «il DFAE può raccomandare ai viaggiatori di lasciare la regione di crisi». Tuttavia, è importante ricordarlo, la responsabilità del viaggio, a partire dalla pianificazione fino allo svolgimento, resta un fattore prettamente individuale. «Ogni persona è responsabile quando si prepara e viaggia all'estero o svolge un'attività all'estero» sottolinea il DFAE, che consiglia inoltre «alle persone che si trovano già all'estero di registrarsi su Travel Admin e di registrare il proprio viaggio».
In altre parole, Berna «sostiene i cittadini svizzeri sulla base della Legge sugli Svizzeri all’estero e nell'ambito delle sue possibilità» ma «non organizza la partenza» dai singoli paesi in cui si sta verificando la situazione di crisi. Citando l'articolo 48, inerente alle "Situazioni di crisi", al capoverso 3, della suddetta legge: «Le persone coinvolte decidono di lasciare la regione di crisi liberamente, a proprio rischio e a proprie spese». L'assistenza è inoltre garantita, 24 ore su 24 dalla helpline del DFAE* e, in loco, dalle rappresentanze svizzere che, nel caso del Medio Oriente, «sono tutte operative» conferma il Dipartimento.
Ma tra gli scenari più caldi non c'è solo il Medio Oriente. Pensiamo alle proteste in corso nel Bangladesh, che anche Berna sta «seguendo da vicino», sconsigliando qualsiasi viaggio non urgente. O ancora al Venezuela, dove lo strascico post-elettorale ha incendiato le due anime del paese riportando la tensione ai massimi livelli. Guardando a quest'ultimo, al momento le indicazioni - pur ricordando che si tratta di un paese considerato ad alto rischio, a causa di un elevato tasso di criminalità, anche nella sua normalità - si limitano a sconsigliare i viaggi in alcune regioni. Per il resto, «l'Ambasciata di Svizzera a Caracas è operativa» e finora «il DFAE non ha ricevuto alcuna richiesta di assistenza da parte di cittadini svizzeri».
*La helpline del DFAE è disponibile 24 ore su 24 al numero +41 800 24 7 365 o al numero +41 58 465 33 33.