Salpato il primo gennaio, a 75 anni voleva attraversare l'Atlantico con la forza delle sue braccia e del vento
MADERA - Il nonno dell'Atlantico. L'obiettivo dell'ultima traversata dell'avventuriero francese Jean-Jacques Savin era arrivare a remo dal Portogallo alla Martinica. Ma venti giorni dopo aver issato l'ancora, il suo viaggio si è concluso al largo dell'arcipelago Madera. Aveva 75 anni.
La sua famiglia non aveva più notizie da venerdì. L'ex militare e paracadutista Jean-Jacques Savin aveva fatto giusto sapere giovedì che i forti venti lo avevano portato fuori rotta e che si dirigeva verso l'isola di Ponta Delgada per effettuare alcune riparazioni. Poi, l'ultima comunicazione alle 00:34 di venerdì. La squadra di volontari che seguiva da vicino il viaggio del 75enne ha raccontato all'Agenzia di stampa francese Afp che l'avventuriero aveva azionato i localizzatori di emergenza, «indicandoci che si trovava in grande difficoltà».
La Marina Militare portoghese aveva subito localizzato l'imbarcazione di Savin nella giornata di venerdì, poi sabato un sub è stato inviato in ricognizione per verificare cosa fosse successo. Lì, rannicchiato nella barca, il rematore francese è stato ritrovato morto. Ancora non è chiaro che cosa gli sia successo.
Jean-Jacques Savin aveva preso il largo il primo gennaio e contava arrivare con la forza dei remi e del vento fino alla Martinica, nelle Antille. Con sé aveva 300 chili di equipaggiamento, tra cui si potevano contare anche una bottiglia di Champagne e del foie gras. Il 14 gennaio aveva compiuto 75 anni. In questa ultima traversata sarebbe voluto diventare «il nonno dell'Atlantico». Remando otto ore al giorno e lasciandosi spingere dal vento quando sarebbe stato necessario, sarebbe arrivato a destinazione in tre mesi. Savin aveva attirato l'attenzione nel 2019, quando a bordo di un'imbarcazione a forma di barile aveva compiuto per la prima volta la traversata dell'Atlantico.