L'Unione europea ha approvato un piano munizioni congiunto per la prima volta
KIEV - «Siamo stati veloci, è una dimostrazione che l'Ucraina può contare su di noi». Josep Borrell, Alto rappresentante della politica estera (e di difesa) Ue, è soddisfatto. La sua proposta sul piano munizioni europeo - per aiutare Kiev ma anche per rimpinguare i magazzini degli Stati membri - è stata approvata dai 27 ministri degli Esteri e della Difesa riuniti in Consiglio a Bruxelles.
L'accordo è politico - molti dettagli dovranno essere ancora messi a punto dai tecnici su altri tavoli. Ma l'obiettivo di dare 1 milione di munizioni a Kiev entro un anno è stato messo ora nero su bianco.
L'accordo a modo suo rappresenta un altro tabù bruciato dall'Ue in quest'anno di guerra. Il piano, infatti, è diviso in tre fasi. La prima prevede di svuotare i magazzini e donare munizioni (occidentali e sovietiche) e missili, se richiesto, a Kiev, contando sul rimborso (al 50%) del Fondo Europeo per la Pace - sul piatto c'è un miliardo.
La fase due prevede invece acquisti comuni, con procedure d'emergenza, per rifornire gli stock e, al contempo, donare altre munizioni da 155 mm a Kiev, favorendo l'industria europea della difesa (Ue più Norvegia). Chi donerà all'Ucraina le munizioni acquistate nella fase due potrà contare su un altro miliardo dell'Epf.
In tutto, dunque, due miliardi di euro in rimborsi. Dunque almeno quattro spesi effettivamente dagli Stati membri. «È la prima volta che in Ue si acquistano in modo congiunto le munizioni», ha sottolineato Borrell.
Qui il ruolo principale viene affidato all'Agenzia Europea per la Difesa (Eda), che di fatto ora diventa maggiorenne. Attraverso l'Eda i Paesi Ue interessati si procureranno proiettili da 155 mm entro due anni e poi procederanno a un piano in sette anni per procurarsi munizioni di altro calibro. Già 18 Paesi hanno aderito.
La fase tre invece prevede stimoli al settore della difesa europeo per aumentare le capacità produttive dopo anni di sotto investimenti (ben il 400% dalla fine della guerra fredda). La novità qui è che il Consiglio chiede alla Commissione di proporre misure "anche, se del caso, mobilitando il bilancio dell'Unione Europea".
Kiev ha ringraziato l'Europa per la decisione «storica» ma ha anche chiesto di attuare il piano "rapidamente" perché ogni singolo proiettile di artiglieria è in grado di salvare vite.
Neppure gli Usa sono rimasti a guardare e proprio oggi il segretario di Stato Antony Blinken ha annunciato un nuovo pacchetto di aiuti del valore di 350 milioni di dollari, che includeranno «munizioni per gli Himars e obici, per i veicoli di fanteria Bradley, missili Harm, armi anticarro, imbarcazioni fluviali e altre attrezzature».