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ITALIA«Bayesian inaffondabile» ma commessi «troppi errori»

22.08.24 - 11:30
Parla Giovanni Costantino, CEO di The Italian Sea Group, proprietario degli asset del cantiere che ha costruito lo yacht affondato.
Imago
Fonte Corriere della Sera
«Bayesian inaffondabile» ma commessi «troppi errori»
Parla Giovanni Costantino, CEO di The Italian Sea Group, proprietario degli asset del cantiere che ha costruito lo yacht affondato.

PALERMO - Il Bayesian? «Una delle imbarcazioni più sicure al mondo», è «inaffondabile». Lo dice forte e chiaro, in un’intervista esclusiva al Corriere della Sera, Giovanni Costantino, CEO di The Italian Sea Group, proprietario degli asset del cantiere che ha costruito lo yacht affondato.

Il manager non ci sta a veder compromessa l'immagine di quello che è un gioiello della nautica. Dietro al disastro dunque «una sommatoria lunghissima di errori». Ma non solo, continua il manager: «Le persone non dovevano essere nelle cabine, la barca non doveva essere all’ancora». Quanto invece all'ipotesi che l’equipaggio non sapesse della perturbazione in arrivo, Costantino controbatte: «Non è vero. Era tutto prevedibile. Io ho qui davanti a me le carte meteo (...). La perturbazione era leggibile appieno in tutte le carte. Non si poteva non sapere».

Circa il rischio di affondare, il CEO conferma: «L’evento di Palermo avrebbe rappresentato un rischio pari a zero se fossero state fatte le manovre corrette». Il manager si riferisce all'errore umano. «Di sicuro il portellone di poppa era aperto e noi pensiamo che forse era aperto anche qualcos’altro». L'acqua avrebbe quindi provocato il blackout out, che si vede nel video dell’affondamento, quando «si vede l'albero maestro tutto acceso e poi spento», a eccezione della «lampadina in testa che va a batteria».

Costantino aggiunge poi che l’affondamento non è stata cosa di pochi istanti ma da quando l'acqua ha cominciato a entrare «a quando è andata giù sono passati 6 minuti. Chi dice che è sparita in pochi secondi dice una bestialità». Per poi ricordare che un'imbarcazione dello stesso cantiere di Viareggio, che ha costruito lo yacht affondato, aveva «resistito all’uragano Katrina, categoria 5. Le pare che non possa resistere a una tromba d’aria di qua?». Invece la notte tra domenica e lunedì «la nave era all’ancora», «perde la presa» e viene trascinata dal vento che «la ruota e la pone nella posizione in cui è affondata». Minuti nei quali «la nave ha già preso acqua».

Dunque cosa avrebbe dovuto fare l'equipaggio? «Quando la nave è in rada» si deve tenere «una guardia in plancia, e se c’era non poteva non vedere la tempesta in arrivo. Invece ha imbarcato acqua con gli ospiti ancora in cabina».

La vendita - Lynch voleva vendere il veliero ma ha cambiato idea dopo la sua assoluzione negli USA in giugno nel processo penale per frode sull'acquisizione della sua multinazionale Autonomy da parte del colosso americano HP.

Stando a fonti del settore nautico, il magnate aveva messo sul mercato il superyacht a marzo di quest'anno per poi cambiare idea solo il mese scorso. L'intenzione era trascorrere l'estate a bordo della barca e poi rivedere la decisione di venderla in autunno.

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