Il brasiliano ha chiuso con la Juve, i suoi ex giocatori hanno fatto finta di nulla
«Alla Juve auguro il meglio».
TORINO - Nessun veleno, nessuno strillo, nessuna stilettata: come quasi sempre fatto nei suoi mesi in panchina, Thiago Motta ha scelto di essere pacato per quella che sarà ricordata come la sua ultima dichiarazione da bianconero.
Esonerato nella giornata di domenica 23 marzo, il mister brasiliano ha chiuso lunedì la sua avventura torinese... con una dichiarazione priva di iperboli. Ha rivendicato il lavoro fatto, ringraziato i compagni di avventura e salutato con educazione. Ha evitato le polemiche insomma, un po’ perché così fa chi nel mondo del calcio spera di lavorare con continuità, un po’ perché questa è la sua natura.
«Ho vissuto momenti intensi, affrontati sempre con massima determinazione e volontà di migliorare ogni giorno - ha raccontato il 42enne all’Ansa - Ringrazio la proprietà per avermi dato la possibilità di fare parte di questo grande club, la dirigenza e tutte le persone del club che mi hanno sostenuto nel lavoro quotidiano, i giocatori per il lavoro e l’impegno profusi fin dal primo giorno insieme. Auguro ai tifosi e alla Juventus il meglio per il futuro».
Nessuna dichiarazione sopra le righe è arrivata pure dai giocatori, che pure dovrebbero essere scossi per il cambio del timoniere. Più che le polemiche, i calciatori bianconeri hanno però proprio evitato di parlare. Di esporsi. E il loro silenzio è stato rumorosissimo. Solo il giovane Samuel Mbangula ha salutato Motta («Grazie per tutto mister. Non vi ringrazierò mai abbastanza per avermi dato fiducia fin dal primo giorno e per avermi permesso di realizzare una parte del mio sogno, la più importante in ogni caso. Avete sempre voluto il meglio da quando siete arrivato e ce lo avete dimostrato. Vi auguro il meglio per il futuro», ha scritto sui social il belga); gli altri hanno invece taciuto. Tutti, sia quelli che i social li guardano appena che gli altri, quelli che normalmente pubblicano numerosi post. Anche più di uno al giorno. Un evento del genere avrebbe dovuto, per questi ultimi, essere "fonte di ispirazione", e invece è stato archiviato come poco interessante. Hanno insomma, semplicemente, voltato il capo dall’altra parte. I tanto chiacchierati malumori nello spogliatoio della Juventus erano reali? Più chiaro di così…