Nella notte tra sabato e domenica due droni russi hanno violato lo spazio aereo della Romania e della Lettonia
BUCAREST - Non è la prima volta che un velivolo russo si schianta sul territorio nazionale di un Paese membro della Nato. Ormai si sa, dall'inizio della guerra in Ucraina, questo genere di eventi si verifica con sempre maggiore frequenza, generando allarmismo e insicurezza tra i membri dell'alleanza.
La sicurezza dei suoi membri, lo ricordiamo, ha un costo, quello dell'intervento collettivo in caso di attacco. Se un membro viene attaccato, gli altri devono venire in suo soccorso. È la clausola di reciproca assistenza, iscritta nel trattato della Nato. Una clausola dal forte potenziale deterrente, ma capace di scatenare una reazione a catena sulla base di un evento la cui definizione sottostà a libera interpretazione. Una zona grigia insomma, che porta con sé il seme di un conflitto più ampio.
Ma cosa è successo di preciso? Nella notte tra sabato e domenica, due droni telecomandati a distanza dalla Russia, sono entrati nello spazio aereo della Romania e della Lettonia. Due eventi distinti, che testimoniano della frequenza con cui si verificano questo genere di incidenti. Le autorità rumene hanno dichiarato che il drone, dopo l'intrusione, ha cambiato rotta in direzione dell'Ucraina. Sono dunque stati schierati, a titolo precauzione, due caccia F-16, che avrebbero seguito il velivolo fino al limite del confine nazionale. Alla popolazione della regione di Tulcea, situata sul Mar Nero, è stato ordinato di rifugiarsi in casa.
Per quello che riguarda la Lettonia, invece, la situazione è più complicata, perché il drone, una volta violato lo spazio aereo lettone, è precipitato nei pressi di Rezekne, una cittadina di circa 35mila abitanti, situata a una cinquantina di chilometri dalla Federazione russa. Le autorità militari sono state particolarmente caute nel riportare l'accaduto, specificando che il drone non aveva «obiettivi specifici in Lettonia». Meno cauto, invece, è stato il presidente lettone Edgars Rinkevics, che ha sottolineato il fatto che «il numero di questi incidenti sta aumentando» e che risulta necessario «affrontarli collettivamente».
Il neo-eletto ministro degli Esteri ucraino Andrii Sybiha, dal canto suo, ha ricordato che «le azioni aggressive della Russia si estendono anche oltre l'Ucraina».