Il premier albanese Edi Rama, intervistato dalla Rai, è tornato a parlare del centro: «Polemiche incomprensibili»
«Quelli che verranno costruiti in Albania sono centri di accoglienza secondo le regole europee: in Grecia ce n'è più di uno, in Italia ce n'è più di uno. Ma se la stessa cosa si fa in Albania si parla di Guantanamo. È un centro di accoglienza in un Paese che non è dell'Ue ma è un Paese europeo»: lo ha detto il premier albanese Edi Rama intervistato da Tg2 Post della Rai.
«Se un Paese europeo dice facciamo qualcosa insieme e suscita tutto questo clamore, ciò indica la mancanza di serietà nell'affrontare il problema stesso della migrazione - ha proseguito - Nessuno ha dato una soluzione finora, non c'è condivisione. E allora questo accordo si etichetta come un pasticcio. L'Albania non può offrire una soluzione, ma diamo una mano. Se l'Italia ce lo chiede, noi non pensiamo a un mistero o a un complotto: se funziona, sarà utile. Perché la migrazione non è una lotta dell'Italia o dell'Albania, è una lotta di tutta l'Europa contro un fenomeno che diventa sempre più grande».
Per il leader albanese, per il quale le polemiche sono incomprensibili «perché non abbiamo fatto niente di così clamoroso", occorre contrastare l'immigrazione illegale e i trafficanti ma al tempo stesso "aprire ai flussi legali della manodopera. Se non si adotta questo metodo, questo doppio approccio, l'Europa non ce la farà».
«Chiudere tutto non serve, aprire indiscriminatamente può diventare molto pericoloso», ha osservato Rama, notando che invece di fare polemiche i paesi d'Europa «dovrebbero remare nella stessa direzione, se no affonderemo tutti».