Sia Cazeneuve sia Bertrand garantirebbero «maggiore stabilità» rispetto a Lucies Castets
PARIGI - Ancora impasse politica in Francia. A cinquanta giorni dalle dimissioni del governo di Gabriel Attal, attualmente incaricato solo degli affari correnti, il presidente Emmanuel Macron è ancora in cerca di un nuovo primo ministro in grado di imporsi a un'Assemblea Nazionale (la camera bassa del parlamento francese) spaccata in tre blocchi dopo le elezioni anticipate del 30 giugno e del 7 luglio.
Un vero rompicapo che, con la fine della pausa estiva, sta cominciando ad esasperare classe politica e cittadini. Dopo aver fatto circolare, lunedì scorso, l'ipotesi del tecnico Thierry Beaudet, fonti dell'l'Eliseo hanno fatto sapere ieri sera che il presidente propende ora per «una soluzione politica».
Al momento, le ipotesi vagliate dal capo dello Stato sono l'ex premier della sinistra, Bernard Cazeneuve (ma inviso a una parte della stessa gauche) e l'esponente della destra moderata, Xavier Bertrand (Les Républicains). Ipotesi contro la quale si sono scagliati ieri sia l'estrema destra di Marine Le Pen sia il cartello di sinistra Nouveau Front Populaire (Nfp).
Secondo una fonte vicina a Macron, sia Cazeneuve sia Bertrand garantirebbero in ogni caso "maggiore stabilità" rispetto a Lucies Castets, la candidata premier della sinistra Nfp (Nuovo fronte popolare) scartata dall'Eliseo a fine agosto, ma non è escluso che tra i due contendenti possa spuntare un terzo nome.
Il tempo stringe. Anche perché la manovra finanziaria 2025 va depositata in Parlamento al più tardi il primo ottobre. Senza contare che il ministero delle Finanze ha appena annunciato una nuova deriva del deficit, stimato al 5,6% del Pil per il 2024, in assenza di nuovi risparmi.