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COREA DEL SUD«Le dimissioni di Yoon sono inevitabili»

07.12.24 - 08:35
Secondo il leader del People Power Party, «il normale svolgimento dei doveri del presidente è impossibile nelle attuali circostanze»
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Fonte ats
«Le dimissioni di Yoon sono inevitabili»
Secondo il leader del People Power Party, «il normale svolgimento dei doveri del presidente è impossibile nelle attuali circostanze»

SEUL - Le dimissioni del presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol sono «inevitabili»: così Han Dong-hoon, il leader del People Power Party al governo.

Secondo Han, «il normale svolgimento dei doveri del presidente è impossibile nelle attuali circostanze, e le dimissioni anticipate del presidente sono inevitabili».

I commenti del leader partitico, riportati dalla Yonhap, sono seguiti al discorso di Yoon alla nazione in cui ha rimesso il destino del mandato nelle mani del partito. Nel pomeriggio il Parlamento voterà l'impeachment del presidente su iniziativa delle opposizioni dopo la legge marziale di martedì sera, ritirata per la bocciatura parlamentare.

Han non ha chiarito la preferenza tra l'impeachment o le dimissioni volontarie del presidente, anche se ieri è sembrato che potesse sostenere la messa in stato d'accusa delle opposizioni quando ha espresso i timori sull'ipotesi che Yoon potesse anche avviare una nuova azione «radicale».

Nelle ultime ore è emerso anche lo scenario di una revisione della Costituzione per abbreviare il mandato unico presidenziale di cinque anni: Han, sul punto, ha spiegato che il partito avrebbe deliberato e discusso la migliore soluzione utile allo scopo, secondo gli osservatori, di consentire un'uscita ordinata di Yoon dalla presidenza, al contrario di una partenza traumatica con l'impeachment e lo strascico del procedimento alla Corte costituzionale, così come accaduto per l'ex presidente Park Geun-hye, travolta nel 2016 da un scandalo per corruzione.

Han, ex procuratore e un tempo stretto collaboratore di Yoon, ha anche detto che si sarebbe consultato con il premier Han Duck-soo su questioni essenziali, in particolare quelle relative ai mezzi di sostentamento delle persone, per ridurre al minimo i potenziali impatti. Il primo ministro assumerebbe il ruolo di presidente in carica qualora Yoon venisse sospeso dalle sue funzioni.

Dal canto suo, il presidente sudcoreano Yoon Suk-yelo ha offerto le sue scuse per la legge marziale dichiarata martedì sera e poi ritirata a causa del voto contrario del Parlamento. «Non si ripeterà più», ha detto Yoon in un messaggio tv alla nazione.

«La dichiarazione di legge marziale è nata dalle mie urgenze come presidente», ha detto Yoon in un discorso televisivo, tornando in pubblico per la prima volta dal caos innescato martedì sera. «Tuttavia, nel farlo ho causato ansia e disagio al pubblico. Mi scuso sinceramente con i cittadini che sono rimasti molto angosciati», ha aggiunto, escludendo che la vicenda possa ripetersi.

Yoon, nel breve intervento, ha assicurato che «non si sottrarrà alla responsabilità legale e politica sulla dichiarazione di legge marziale», ma non ha offerto le dimissioni, dicendo solo che avrebbe «affidato al partito le misure per stabilizzare la situazione politica, incluso il mio mandato».

La polizia, nel frattempo, ha iniziato a indagare su Yoon e su altri funzionari per insurrezione. Ieri sera, almeno 15'000 manifestanti hanno sfidato il freddo per radunarsi nel distretto di Yeouido a Seul, dove si trova il Parlamento, per chiedere a gran voce le dimissioni. Alcuni hanno speso addirittura tutta la notte a dispetto delle temperature gelide, mentre i parlamentari dell'opposizione sono rimasti nell'edificio parlamentare sui timori di un colpo di coda di Yoon. Un sondaggio diffuso venerdì ha stimato il sostegno popolare al presidente al minimo storico del 13%.

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