I profondi cambiamenti annunciati negli scorsi giorni servono per «stabilire la rotta per il futuro», ha dichiarato Ursula Nold
ZURIGO - Rafforzare la posizione dei supermercati e puntare nel contempo sul settore della salute, contribuendo ad abbassarne i costi: è il senso della strategia di Migros, che ha annunciato questa settimana profondi cambiamenti, con la vendita di varie filiali e il taglio di 1500 posti di lavoro.
«Migros è cresciuta storicamente in molti settori, mentre l'attività principale ha perso attenzione», afferma in un'intervista pubblicata oggi dalla SonntagsZeitung Ursula Nold, che all'interno della Federazione delle cooperative Migros (FCM) è presidente dell'amministrazione (così si chiama l'organo di sorveglianza, analogo a un consiglio di amministrazione). «Abbiamo perso quote di mercato e redditività nel nostro campo principale d'attività: ora vogliamo consolidare e rafforzare la nostra posizione di numero uno».
«Stabilire la rotta per il futuro»
«La nostra salute finanziaria è eccellente», prosegue la 54enne. «Ma per noi è importante stabilire ora la rotta per il futuro, in modo da poter continuare ad avere successo anche nel domani", aggiunge. "Siamo il numero uno nel settore della vendita al dettaglio in Svizzera, sia nei negozi stazionari che online. Stiamo facendo i nostri compiti per diventare più redditizi e ridurre i costi. Sono convinto che abbiamo ottimi leader».
Secondo Nold anche il fondatore di Migros Gottlieb Duttweiler (1888-1962) «era molto dirompente: costruiva aziende e poi le smantellava se non avevano successo, oppure le vendeva se avevano un futuro migliore altrove».
Sanità? «Abbiamo molto da offrire»
Il gruppo punta anche sulla sanità. «Migros ha un ecosistema straordinario con aziende di vendita al dettaglio e un'assistenza sanitaria integrata con medicina generale, farmacie e un centro dentistico. Abbiamo molto da offrire: possiamo raggruppare bene queste attività come fornitore di servizi sanitari integrati».
L'attività in questione è redditizia, assicura la dirigente. Ma non è che questo - chiede il giornalista del domenicale - farà aumentare ulteriormente i costi della salute? «No, possiamo dimostrare di poter ridurre gli oneri attraverso la collaborazione con le casse malati e i modelli di assistenza sanitaria integrata», risponde l'ex docente.