Sue le parole, musica di Martix: il singolo e il videoclip escono oggi
LUGANO - "Quello che so" è il frutto di una particolare collaborazione artistica. Da una parte c'è Martix, cantautore che i lettori di Tio/20minuti conoscono bene, mentre dall'altra c'è una personalità che siamo abituati a conoscere in altre vesti rispetto a quelle di paroliere: Fra Martino Dotta.
Figura conosciutissima in tutto il Ticino per il suo impegno verso gli svantaggiati, Fra Martino spiega così la genesi del testo: «L’ispirazione proviene da una riflessione sul mio itinerario esistenziale. Dopo i 50 anni, è come se mi trovassi a un giro di boa. Prima di proseguire il
cammino, è come se avessi sentito il bisogno di voltarmi indietro e rivedere velocemente il film della mia vita. Il testo della canzone è, quindi, uno sguardo retrospettivo sulle mie origini e su quello che sono diventato. Non credo, però, di poterlo definire autobiografico, poiché i miei ricordi infantili e adolescenziali sono stati filtrati da una sorta di “frantumazione della memoria”, nel senso che il tempo porta sovente e spesso inconsciamente a sbiadire i ricordi. In altre parole, la memoria è anche rilettura e reinterpretazione del passato. Quello che so potrebbe essere anche “quello che sono diventato” o “colui che avrei voluto essere”. Tuttavia non ci sono rimpianti nel mio scritto, bensì un senso di stupore e un pensiero di gratitudine per la vita».
Abbiamo quindi chiesto a Martix d'illustrarci gli altri dettagli di questo progetto.
Com'è nata questa particolare collaborazione artistica tra te e Fra Martino Dotta?
«Ho avuto modo di conoscere Fra Martino in occasione dell’uscita del singolo “Love of the Common People”. Avevo una gran voglia di organizzare una raccolta fondi legata alla mia musica per dare un contributo a un ente di beneficenza e la prima persona che mi è venuta in mente è stata lui.
Mi è sempre piaciuto per ciò che rappresenta e soprattutto il suo modo empatico di porsi. Così l'ho contattato, abbiamo cominciato a frequentarci ed è nata un’amicizia, che spontaneamente ci ha portato a realizzare questa canzone...».
Eri a conoscenza della sua passione per la musica?
«No, l'ho scoperto solo frequentandolo. Lui ama davvero molto la musica cantautorale italiana, da Battiato a De André, passando per Celentano e tanti altri ancora. Nei suoi discorsi traspare soprattutto questa grande passione per i testi».
Come ti sei trovato a mettere in musica, per la prima volta, un testo non scritto da te?
«Mi ricordo come fosse ieri, ma in realtà sono già passati due anni… Mi diede questa busta contenente il testo e io ero veramente molto emozionato: si era parlato qualche volta di un'ipotetica canzone scritta a quattro mani, ma non avrei mai pensato potesse realizzarsi tutto così velocemente. Aperta la busta trovai le sue splendide parole. Era facile rispecchiarsi in questo testo, me lo sono sentito cucito addosso sin da subito e credo che questa sensazione sia facilmente trasmissibile. Da lì in poche settimane ho cominciato a musicarlo e per me è stato molto naturale, anche se sentivo la responsabilità di voler dare la giusta melodia a quelle belle parole…
Poi la produzione, curata da Gaetano Pellino, è andata un po' a rilento, di certo il Covid non ci ha aiutato. Ma eccola finalmente, pronta da ascoltare».
Quale messaggio emerge dalle parole di Fra Martino?
«Credo che nelle parole di Fra Martino si possa leggere un messaggio di speranza, di amore per la vita passata e futura. C'è di sicuro tanto vissuto e soprattutto quella positività che emerge nei suoi gesti quotidiani, rivolti ad aiutare il prossimo».
Cosa rappresenta per te la Fondazione Francesco?
«Rappresenta la forza di volontà di una bella comunità. Dai racconti di Fra Martino emerge che spesso è confrontato con casi di problematiche a cui nessuno riesce a far fronte. Lui però, grazie alla sua tenacia, trova sempre delle soluzioni, è nella sua indole non tirarsi mai indietro. Sì, è bello “tosto” Fra Martino, anche se di sicuro ha bisogno del sostegno di tutti noi. Questo credo che glielo dobbiamo, specialmente in questo periodo con tanta gente in seria difficoltà: non possiamo lasciarlo "solo".
In realtà, fortunatamente, c’è tanta gente volenterosa che si adopera per far funzionare tutto l'enorme apparato della Fondazione ed è questo che la rende così speciale...».
Cosa puoi dirci, invece, a proposito del video?
«Il video è stato girato dal mio amico Pietro Bondi di Cesena: è stato piacevole come sempre lavorare con lui, ormai ci conosciamo da sei anni e si è creata un'atmosfera di complicità nel realizzarlo.
Inizialmente pensavamo a un mix tra immagini mie in luoghi suggestivi e la “storia“ con Fra Martino: abbiamo girato in lungo e in largo diverse montagne della Svizzera, riprendendo tantissimi luoghi suggestivi. In fase di montaggio, però, si è capito che le due cose non riuscivano trovare la giusta sintonia, così alla fine si è optato di raccontare solo la storia più bella, quella riguardante Fra Martino.
Ad arricchire il tutto ci ha pensato una location in grado di trasportare nel tempo e diversi personaggi che hanno caratterizzato positivamente questo video. Insomma, sono felicissimo di apparire solo nei titoli di coda».