Leandro de Angelis, copresidente Giovani verdi liberali Ticino
Secondo le previsioni dell’Ufficio Federale di Statistica, da qui al 2050 la percentuale di over 65 in Ticino aumenterà dal 21% attuale al 34%, mentre quella dei giovani diminuirà. Una simile struttura demografica renderebbe impagabile il nostro attuale sistema sanitario e sociale. Una delle cause del problema è la cosiddetta “fuga di cervelli”. Numeri esatti non si trovano, ma il fenomeno si sta accentuando: sempre più studenti una volta terminati gli studi oltralpe non rientrano in Ticino, ma cercano lavoro e si installano là dove hanno studiato. Se da un lato è auspicabile che si studi, che si imparino le altre lingue nazionali e si espandano i propri orizzonti, dall’altro il Cantone perde molti dei giovani col maggiore potenziale innovativo. Ci troviamo dunque davanti a un problema non da poco e questo è il motivo per cui abbiamo creato un gruppo di lavoro che ha pensato a misure in tre ambiti: politica familiare, sostengo alle startup e frontalierato.
Una politica familiare attrattiva può motivare a ritornare in Ticino quei giovani che, dopo gli studi e una prima esperienza professionale oltralpe, si chiedono dove fondare una famiglia. Un modo per diventare più attrattivi è quello di incentivare le aziende a offrire una migliore compatibilità lavoro-famiglia, sempre più importante per i giovani. Come? Per esempio dando sgravi fiscali o vantaggi negli appalti pubblici a quelle aziende che ottengono una certificazione di Profamilia. Un'altra possibilità sarebbe quella di creare un diritto per tutti i bambini sotto i 4 anni a un posto a prezzi accessibili negli asili nido, magari per due giorni la settimana. Questo modello già esistente in Norvegia permette a entrambi i genitori di proseguire l’attività professionale senza grandi interruzioni, il che tra l’altro andrebbe a vantaggio della parità di genere.
Oltre a buone condizioni di lavoro, per attirare i giovani ci serve un panorama aziendale più innovativo, frizzante. Il Cantone si sta già muovendo, tuttavia si potrebbe fare di più, in particolare creando un fondo dedicato al sostegno di startups “early stage”, che dia un aiuto finanziario a partire da un business plan (senza dover già esibire dei risultati) e che aiuti a coprire le spese iniziali. Inoltre, sarebbe importante mettere a disposizione degli spazi industriali pensati per startups e a prezzo agevolato.
Un’altra ragione dell’invecchiamento è che negli ultimi anni è diminuito il numero di italiani che si trasferiscono da noi. Non si trasferiscono più, però continuano a lavorare facendo i frontalieri. Le conseguenze sono conosciute: traffico, inquinamento, dumping salariale, eccetera. Una soluzione: motivare queste persone a trasferirsi in Ticino. Ispirandoci a quanto fanno certi comuni (in Svizzera, ma non solo), si potrebbe dare un regalo di qualche migliaio di franchi e uno sconto sull’Abbonamento Arcobaleno a coloro che, frontalieri da almeno tre anni e al massimo quarantenni, si impegnano a risiedere per un certo numero di anni. Chi lascia il Cantone prima deve restituire i soldi. In questo modo combattiamo l’invecchiamento, freniamo l’esplosione dei premi, immettiamo nuovo denaro nell’economia cantonale, ci assicuriamo nuove entrate fiscali e combattiamo il traffico e tutti i problemi a esso connesso.
Infine, il Cantone dovrebbe immediatamente creare una posizione che si occupi di invecchiamento e fuga di cervelli, proprio come si è fatto nel Canton Neuchâtel nel 2019.
Anche i problemi più grandi possono essere affrontati, ma ci vuole una strategia, una visione. Ed è proprio questo ciò che noi vogliamo dare al Ticino.