USS-Ticino e Moesa
Il titolo sembra uno scherzo di pessimo gusto. Ma è la realtà ipocrita nella quale è stata formulata la riforma tributaria in votazione il 9 giugno. Tre mesi fa la maggioranza del Gran Consiglio ha approvato il Preventivo cantonale tagliando complessivamente undici milioni di franchi alle strutture che offrono sostegno alle persone con disabilità.
La Fondazione Diamante promuove l’inclusione di persone in situazione di handicap tramite laboratori protetti, unità abitative e servizi di inserimento lavorativo. Un suo collaboratore aveva commentato con queste parole la decisione dei tagli: “Noi ci occupiamo di una fascia di popolazione fragile, spesso marginalizzata dalla società e il nostro compito è tentare d’includerla. Il messaggio politico che passa col Preventivo è: “Ne possiamo fare a meno”. Questo fa di noi dei lavoratori di serie b, ma di riflesso colpisce l’intera utenza, considerandola cittadinanza di serie b a tutti gli effetti”. Chiarissimo anche il direttore di Pro Infirmis: “A farne le spese di queste misure, in fin dei conti, sono le persone con disabilità” (Area 27.02.2024). Senza fondi si bloccano i progetti volti a migliorarne la qualità di vita. Colpendo iniziative e prestazioni magari già pianificate. Concretamente, ad esempio, significa che per le famiglie con un figlio a cui è stato diagnosticato l’autismo verosimilmente si allungheranno i tempi per usufruire di un servizio specialistico.
A questo quadro si aggiungono i tagli nel campo dell’assistenza agli anziani e a quello del sostegno ai giovani in difficoltà. Quest’ultimo settore è alle prese con la complessità delle richieste di aiuto. Così afferma un dirigente della Conferenza dei direttori dei Centri educativi per minorenni: «Abbiamo sempre più a che fare con bambini anche molto piccoli che vivono situazioni di forte disagio, sofferenza e fragilità. Un tempo le richieste di accoglienza nelle nostre strutture erano legate soprattutto agli adolescenti di 12, 13, 14 anni, mentre ultimamente stiamo assistendo a un abbassamento importante dell’età e a una trasformazione dei bisogni per i quali è necessario un intervento sempre più specifico. Risparmiare in questo ambito può portare a situazioni estremamente problematiche» (Regione 22.05.24). Eppure sono stati tagliati 350mila franchi più il prelievo di 2,34 milioni dai fondi capitalizzati. Impoverendo questi fondamentali servizi. Tagli che gli specialisti descrivono come un boomerang: riducendo la capacità d’intervento sul disagio si rischia solo di cronicizzare i problemi… aumentando i futuri costi sociali ed economici.
In questo contesto di tagli a scapito dei più fragili, ecco che la stessa maggioranza politica propone gli ennesimi regali fiscali a beneficio sostanzialmente dei più ricchi. Si risparmia sui più vulnerabili sostenendo che mancano risorse ma poi si offrono risorse a chi non ne ha bisogno. Svuotando ancor più le casse pubbliche per ricominciare l’anno prossimo a giustificare nuovi tagli perché ci si è volutamente privati di entrate.
La riforma fiscale prevede in particolare la riduzione del 20% dell’aliquota massima per chi ha un imponibile superiore ai 300’000 franchi, pari a un salario mensile di 30’000 franchi. Il ceto medio e la stragrande maggioranza della popolazione ne pagherà le conseguenze. L'Associazione dei comuni ticinesi ha dichiarato che la riforma causerà perdite che andranno compensate aumentando tasse e moltiplicatori comunali. I favorevoli alla riforma ne sostengono la necessità per “evitare la fuga” dei ricchi. Ma è una favola: il Ticino dal 2003 ad oggi è il Cantone in Svizzera che ha visto aumentare maggiormente il numero di contribuenti con più di 5 milioni di sostanza, passando da 359 a 2'229, con una crescita ben superiore a quella di Zugo e Svitto.
Togliere ai disabili e dare ai milionari? No grazie.