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MPSTariffe elettriche, il quadro è completo…e desolante

03.09.24 - 09:26
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TiPress
Fonte MPS
Tariffe elettriche, il quadro è completo…e desolante
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Sono ormai note le tariffe elettriche per il 2025 delle principali aziende di distribuzione operanti inTicino.

Le Aziende industriali di Lugano (AIL – circa 115'000 clienti) hanno annunciato una diminuzione delle tariffe del 12% circa. Certamente una buona cosa, ma del tutto inadeguata se si considera che dal 2015 al 2024, AIL ha aumentato le tariffe complessivamente di quasi il 71%.

La Società Elettrica Sopracenerina (SES), una delle aziende con le tariffe in assoluto più care di tutta la Svizzera e che conta circa 90'000 clienti (compresi alcuni comuni della Mesolcina), ha annunciato – mediamente – una diminuzione delle tariffe per il 2025 di circa il 6,5%. Anche qui giova ricordare che SES, dal 2016 al 2024, ha aumentato le proprie tariffe mediamente del 55%.

L’Azienda Multiservizi di Bellinzona (AMB), che conta circa 40'000 clienti, con il prossimo anno diminuirà le tariffe del 5%; anche qui dopo un aumento che, dal 2018 al 2024, ha raggiunto il 48,35%. Infine, le Aziende Industriali di Mendrisio (AIM) hanno annunciato un aumento del 12,5% dopo aver già proceduto, sul periodo 2017-2024, ad un aumento complessivo del 64,5%.

Il quadro che emerge sulla base delle comunicazioni delle tariffe 2025 di queste importanti aziende (che coprono la stragrande maggioranza della popolazione) – così come da quelle di aziende di minori dimensioni – conferma una situazione nella quale siamo in presenza sia di ulteriori aumenti (come a Mendrisio), sia situazioni di quasi stagnazione (le leggere diminuzioni di Bellinzona e SES), sia diminuzioni leggermente più consistenti come a Lugano.

Se, tuttavia, queste cifre vengono rapportate ai cospicui aumenti avvenuti negli ultimi anni la conclusione che si può e si deve trarre è che siamo ormai confrontati con un aumento strutturale delle tariffe elettriche che, difficilmente, visti gli orientamenti delle aziende (e delle autorità municipali che le controllano), potranno essere recuperati. Così, ecco una piccola diminuzione, giusto per calmare l’utenza, ma che, di fatto, consolida il margine di profitto delle aziende a livelli sempre più elevati, ”mettendo le mani nelle tasche dei cittadini”, spesso con la regia di quelle stesse forze politiche che richiamano la necessità di non farlo. Siamo di fronte alla stessa logica capitalista applicata ai prezzi della benzina: un forte aumento per un periodo limitato, seguito da una riduzione dei prezzi che però rimangono ben al di sopra di quelli precedenti l’impennata…

D’altronde l’ostacolo maggiore verso un effettivo recupero di una precedente “normalità tariffale” viene dagli atteggiamenti delle aziende, spalleggiate dai Municipi azionisti e dai loro partiti. Ricordiamo, ad esempio, la recente discussione attorno alla politica della SES. Questa, pur avendo tariffe tra le più alte della Svizzera e realizzato buoni utili nel 2023 (che fanno seguito a quelli degli anni precedenti), ha deciso di versare un dividendo straordinario ai Comuni (azionisti di SES) piuttosto che procedere a una diminuzione delle tariffe. Una decisione presa con il concorso dei rappresentanti dei comuni che dominano l’assemblea degli azionisti (a cominciare da Locarno, Minusio, Muralto e Biasca) e con la benedizione dei tre rappresentanti di AET…

Anche a Lugano, così come a Bellinzona, i Municipi e i loro partiti si sono espressi lo scorso anno contro petizioni e risoluzioni presentate dall’MPS che chiedevano di soprassedere sugli aumenti delle tariffe e di introdurre una moratoria che impedisse ulteriori aumenti delle tariffe elettriche. La conferma di questo sostanziale aumento strutturale delle tariffe elettriche avviene in un contesto in cui le aziende di distribuzione godono di una eccellente situazione finanziaria. SES e AIL, per non prendere che le più importanti anche per il bacino di utenza che servono, possono contare, al di là delle riserve per le attività di investimento e manutenzione, su u

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