Questa mattina è stato stilato un bilancio sull'evento, pesantemente influenzato dalla morte di Muriel Furrer
Olivier Senn, responsabile della parte sportiva dell'evento: «Ci si può assumere delle responsabilità solo dal momento in cui sai cosa è successo. Restiamo fedeli a questo: se dovessero emergere delle mancanze dal punto di vista della sicurezza, allora ci assumeremmo la responsabilità».
ZURIGO - Quanto successo settimana scorsa a Zurigo, con la tragica morte di Muriel Furrer, ha scosso il mondo del ciclismo e quello dello sport in generale. Una morte, quella della 18enne, sulla quale si sta cercando di far luce per capire l'esatta dinamica dell'incidente. Non facile visto che, ad oggi, non esistono testimoni oculari che hanno notato qualcosa sul luogo dell'incidente.
Questa mattina il comitato organizzativo della manifestazione ha fatto un bilancio dell'evento. Inevitabile tornare sulla scomparsa della ragazza: «Parlare non mi è facile - ha dichiarato Daniel Rupf, responsabile generale dei Mondiali andati in scena nel nostro Paese - Vorrei esprimere ancora una volta le mie più sentite condoglianze a tutti i suoi cari. I Mondiali di Zurigo saranno sempre associati a lei. Siamo rimasti sbalorditi e scioccati da quanto accaduto... Allo stesso tempo, il nostro compito era completare l’organizzazione dei Campionati del mondo di ciclismo. Nonostante la grande tristezza, avevamo il compito di portare a termine la manifestazione. Non è stato facile per nessuno».
In generale l'evento ha comunque riscontrato successo: «Malgrado tutto abbiamo vissuto una grande festa popolare. Diverse centinaia di migliaia di spettatori si sono riversate in città per assistere alle gare».
Anche Olivier Senn, responsabile della parte sportiva dell'evento, stila un bilancio positivo. «Abbiamo ricevuto ottimi feedback dagli atleti. Riguardo alle gare, sì, ma anche per quanto attiene all'inclusione dello stesso. Per la Svizzera si è trattato di un grande successo. Possiamo trarre una conclusione positiva: siamo riusciti a organizzare belle gare con degni vincitori. Il tutto, purtroppo, sotto l'influenza del tragico incidente».
Inevitabile per Senn esprimersi sul tema della sicurezza... «Il protocollo relativo alla sicurezza era al massimo livello. La Procura sta comunque indagando... Ma crediamo di aver fatto tutto il possibile per garantirla fino in fondo. Ci si può assumere delle responsabilità solo dal momento in cui sai cosa è successo. Restiamo fedeli a questo: se dovessero emergere delle mancanze, allora ci prenderemmo la responsabilità. Purtroppo, nel ciclismo, non esiste mai una sicurezza pari al 100%».