«Ronaldo, vetrina chiusa: non vincerà più il Pallone d'Oro. Messi? Semichiusa»
Arno Rossini: «Al Real Madrid, nelle grandi società, ci mettono pochissimo per buttarti nel cestino quando non servi più».
PARIGI - Il trionfo meno sorprendente del calcio contemporaneo è stato anche quello più giusto, meritato. A Parigi, in una serata scintillante, Karim Benzema ha ricevuto dalle mani dell’idolo Zizou Zidane il Pallone d’Oro.
Padrone della Liga e della Champions League con il Real Madrid (e capocannoniere in entrambe le competizioni) e in trionfo con la Francia in Nations League, l’attaccante si è guadagnato partita dopo partita, gol dopo gol, un trofeo che è un premio alla costanza e alla dedizione.
«A inizio stagione in pochi avrebbero scommesso su di lui - ha specificato Arno Rossini - invece, maturo e decisivo, ha trovato il modo di battere tutti i rivali. E la concorrenza era agguerrita».
Non c’erano i soliti Ronaldo e Messi.
«Non erano in competizione, visto che il portoghese ha terminato al 20esimo posto della speciale graduatoria mentre l’argentino non è stato neppure incluso nella top-30, ma soprattutto non erano presenti alla serata di gala. E questo, a parer mio, è stato estremamente irrispettoso. Certo, se interpellati diranno che avevano già preso altri impegni, che non potevano presenziare; la realtà è che con il loro gesto si sono dimostrati antisportivi. Finché erano loro a essere celebrati…».
Nessuno dei due ha vinto, come non accadeva - tranne la parentesi-Modric - da anni. Si è chiusa un’era?
«CR7 può chiudere la vetrina dei trofei: di Palloni d’Oro lui non ne vincerà più. La Pulce invece qualche chance ancora ce l’ha. Ma perché possa primeggiare nuovamente deve riuscire a vincere il Mondiale con l’Argentina e la Champions con il PSG. Diciamo che la sua vetrina è semichiusa».
Dopo di loro a chi toccherà dominare?
«A nessuno credo. C’è Mbappé in rampa di lancio. C’è de Bruyne che è fortissimo. Haaland segna sempre. Io non vedo in ogni caso un nuovo cannibale. Come dovrebbe essere, in futuro tutto dipenderà dai risultati, dei singoli e della squadra. Visibilità, forza degli sponsor… dopo Ronaldo e Messi forse torneranno in secondo piano».
Non potrebbe esserci un Benzema-bis?
«Ah certo. Ha sudato per realizzare quello che, lo ha detto chiaramente, era il sogno della sua vita. Nessuno lo ha aiutato o spinto. Quasi uno contro tutti, con il lavoro duro è emerso, si è confermato e ha anche superato i periodi difficili, come per esempio quelli relativi al rapporto con la sua nazionale. In campo, poi, è stato semplicemente eccezionale. Ha “girato” partite da solo, ha trascinato i compagni, ha mostrato qualità e personalità…».
Poi, aspetto non secondario, gioca in un grande club: ha maggiore visibilità e possibilità di altri.
«È vero, certo, ma quel posto te lo devi guadagnare continuamente. In quelle società ci mettono pochissimo per buttarti nel cestino quando non servi più. Il Real Madrid, soprattutto ora con Ancelotti che gli ha garantito la serenità, ha fatto la sua fortuna. Ma anche lui ha fatto la fortuna del Real».