Fabio Capello si è espresso in merito ai vergognosi cori razzisti di Udine
Il direttore generale dell'Udinese Franco Collavino: «Lavoreremo per escludere per sempre dallo stadio chi è coinvolto».
UDINE - In Italia, ma non solo, il caso-Maignan sta facendo molto discutere in queste ore. Udinese-Milan giocata sabato sera è stata macchiata da alcuni vergognosi cori razzisti all'indirizzo del portiere rossonero, che al 33' ha lasciato il campo seguito dai compagni e dal mister. Per poi, dopo alcuni minuti, far ritorno sul terreno da gioco con la promessa da parte dell'arbitro Maresca di interruzione definitiva del match in caso di altri cori di natura razzista.
«Quando ho visto Maignan abbandonare il campo e tornare negli spogliatoi mi sono sentito offeso anche io - è intervenuto Fabio Capello alla Gazzetta dello Sport - Offeso, e arrabbiato, da friulano: la nostra è una terra di confine, dove la tolleranza, l'accoglienza e l'inclusione sono valori radicati da sempre nella cultura delle persone. Torno a sottolineare: a pochi stupidi sono bastati pochi minuti per rovinare l’immagine di una città, di una regione e di un club che è un esempio di integrazione. Udine non è razzista, il Friuli non è razzista. Ma il razzismo e tutte le forme di discriminazione vanno combattute, sempre e ovunque si verifichino. Bisogna agire e cercare di cambiare le cose con esempi, iniziative, provvedimenti. Il calcio è di tutti, ma per quei tre-quattro deficienti che vanno allo stadio solo ed esclusivamente per aggredire non ci può essere posto. Non chiamiamoli tifosi».
Nel frattempo il direttore generale dell’Udinese Franco Collavino ha spiegato che si lavorerà per una sanzione a vita all'indirizzo degli gli autori dei cori. «Un Daspo ha durata limitata ma il club può decidere di escludere un tifoso da uno stadio per un tempo superiore. Ecco, lavoreremo per escluderli per sempre dallo stadio, a vita».