«Juve e Atalanta fanno due sport diversi»
Arno Rossini: «Il calcio è imponderabile, però…».
ROMA - Una va a cento all’ora, come cantava Gianni Morandi oltre sessant’anni fa. L’altra invece si muove a rilento, neanche fosse il bradipo Flash del fortunato film d’animazione Zootropolis. Una è in crescita, strappa applausi, vince e convince. L’altra gioca male e, inoltre, non riesce neppure più a servire il piatto forte della casa: il successo di “corto muso”. Atalanta e Juventus saranno di fronte questa sera - mercoledì - per la finale di Coppa Italia, una sfida che, sulla carta, pare non avere storia.
«È effettivamente difficile non indicare la Dea come grande favorita per il successo nel torneo - è intervenuto Arno Rossini - È ben preparata, aggressiva, organizzata, verticale… ha un gioco e una filosofia precisi. È una squadra vera, insomma. Ma avete visto la partita di domenica contro la Roma? Avrebbe potuto fare 6-7 gol».
E i bianconeri?
«Non riescono a esprimersi ad alti livelli da settimane, è inutile negarlo. L’ultima loro uscita, quella in casa con la Salernitana, ha provato la loro grande difficoltà. A Torino, non so cosa dire… non c’è nulla. Il calcio è strano, è imponderabile, in una partita può succedere di tutto, è vero; al momento Atalanta e Juventus stanno però facendo due sport diversi».
Merito di Gasperini e colpa di Allegri?
«Il discorso da fare è più ampio e serve che vengano tirate in ballo anche le società. Ciò che è certo è che il “Gasp” sta dimostrando ormai da anni di essere un grande allenatore».
Plasma giocatori sconosciuti, fa risultato e porta soldi in cassa. Com’è che non lo copiano tutti?
«Questo bisognerebbe chiederlo ai colleghi. Lui sta provando che il suo metodo funziona. Quello del club, per essere precisi. Vengono scelti calciatori giovani che hanno voglia di lavorare, sono determinati, sognano di fare il salto di qualità e per questo si fidano della “guida”, che li fa lavorare sodo».
Gli allenamenti sono massacranti.
«Gasperini è un mister da Bundesliga, che punta tutto sulla disciplina e sull’intensità. E quest’ultima, come si vede in campo, è la scelta giusta. Quelli dell’Atalanta corrono, corrono tanto. In alcune partite vanno al doppio della velocità dei rivali. Poi, anche, hanno le idee chiare su quel che c’è da fare. È con il ritmo e la qualità di ragazzi che hanno “fame” che la Dea si è consolidata come una delle migliori squadre d’Italia. Una squadra che ha la possibilità di vivere un finale di stagione esaltante».