L'attaccante dell'Ambrì: «Ho trovato un ottimo gruppo, mi hanno accolto tutti molto bene».
«Io e mia moglie ci siamo vaccinati. È un piccolo gesto per provare a tornare completamente alla normalità».
AMBRÌ - Da Lugano ad Ambrì: Dario Bürgler è uno dei volti nuovi della squadra di Luca Cereda. Un acquisto di peso, un acquisto che ha fatto felici i tifosi leventinesi, che non vedono l'ora di ammirarlo all'interno della pista nuova. Il suo compito principale sarà quello di segnare: lo scorso anno soltanto due giocatori (Nättinen e Müller) sono andati in doppia cifra e la media-reti è stata di appena due a incontro. Troppo poco per sperare di avvicinarsi alla top-8 della classifica.
Ecco dunque che l'innesto di Bürgler sembra essere azzeccato per fare un salto in avanti in questo senso. «Quella di segnare tanti gol è certamente anche la mia speranza, ma è un aspetto che non dipende solo dal singolo – è intervenuto il giocatore – Devo prepararmi nel miglior modo possibile. In sede di trattativa ho parlato con Duca e Cereda, i quali mi hanno esposto ciò che si aspettano da me. Sono convinto di essere il giocatore adatto per rispondere alle esigenze dell'Ambrì».
Come ti stai ambientando?
«Direi che sta procedendo tutto per il meglio, io e la mia famiglia ci siamo trasferiti da Lugano a Bellinzona dopo aver trascorso un po' di tempo a Zugo. Ho trovato un ottimo gruppo, mi hanno accolto tutti molto bene».
Luca Cereda è un allenatore molto esigente, confermi?
«È quello che abbiamo bisogno in questo momento della stagione. In estate bisogna mettere le basi, il campionato è lungo. Ad ogni modo mi trovo molto bene, con lui non si parla solo di hockey e questo va sicuramente a favorire l'inserimento in una nuova realtà».
L'attacco leventinese sembra essere il più forte degli ultimi anni...
«La carta è sempre una cosa, il ghiaccio un'altra. Con i nomi non si fa niente, bisogna lavorare tutti insieme. Solo così si può fare qualcosa»
Ti immagini di concludere la carriera ad Ambrì?
«Non lo escludo. In Ticino io e la mia famiglia ci troviamo benissimo. Bellinzona è bellissima quanto Lugano, ci sono parchi giochi, fiumi, campi di calcio e tutto ciò di cui abbiamo bisogno per vivere al meglio».
Che idea ti sei fatto in merito al certificato Covid obbligatorio per chiunque entri in pista?
«Io e mia moglie ci siamo vaccinati e spero che tanti lo facciano, così che possano accorrere tranquillamente in pista. Mi piacerebbe tornare alla normalità, anche per il pubblico che per noi è molto importante. Un piccolo gesto che speriamo ci aiuti a uscire da questa situazione difficile».
Stai già pensando al primo derby stagionale del 1. ottobre?
«Sarà speciale, i tifosi sono mancati in sette derby. Troppi. La sfida tutta ticinese è unica in Svizzera e almeno una volta nella vita la devi giocare. Ora proverò le sensazioni di essere dall'altra parte».