Hockey ticinese nei bassifondi della classifica, parola all'ex capitano dell'Ambrì Nicola Celio
Celio sul Lugano: «I giocatori devono scaricarsi un po' perché credo che l'anno e mezzo con McSorley sia stato molto pesante a livello mentale».
AMBRÌ/LUGANO - Una pausa benvenuta per il Ticino hockeistico. Ambrì e Lugano hanno chiuso la prima parte di campionato rispettivamente all'11esimo e al 12esimo posto. In Leventina - dopo un inizio oltre le più rosee aspettative - qualcosa si è inceppato. Le otto sconfitte consecutive da cui sono reduci Pestoni e compagni preoccupano e hanno acceso più di un campanello d'allarme. In riva al Ceresio, invece, qualche passo avanti si è visto negli ultimi incontri ma ora serve continuità.
Nicola Celio, dove albergano i problemi dell'Ambrì?
«Penso che ora sia giusto parlare di crisi. Per fortuna l'ottimo inizio di campionato ha un po' alleviato la situazione attuale... A mio avviso l'Ambrì sta pagando la troppa fiducia accumulata nelle prime partite».
Come te lo spieghi?
«Spesso i giocatori si assumono dei rischi, perdendo troppi dischi proprio perché vogliono strafare. È buono che ci sia la fiducia, per carità, ma ogni tanto bisogna essere più conservativi. Buttare qualche disco in più in profondità e lottare come matti: questo era il gioco al quale ci aveva abituato l'HCAP nelle scorse stagioni. Quando lo snaturi, rischi di pagare il prezzo come sta accadendo ora».
Le basi sembrano essere solide, l'Ambrì non gioca delle pessime partite...
«Esattamente. In generale c'è molto potenziale. Anche fisicamente li vedo bene. Ripeto: non bisogna cadere nell'errore di voler fare troppo. Quando giocano semplice segnano, quando si complicano la vita rischiano e spesso vengono puniti in contropiede».
Su cosa deve lavorare Cereda durante la pausa?
«Sono sicuro che sa dove la sua squadra ha perso le partite e non credo debba inventarsi molto. Non dev'essere preoccupato. Gli stranieri? Mi stanno piacendo tutti a parte Shore, che proprio non mi convince. Non sta fornendo l'apporto che ci si aspetta da un import ed è per questo che spesso viene lasciato fuori».
...e il Lugano?
«Ci vuole tempo prima di giudicare. Hanno fatto bene a cambiare allenatore, ma ora Luca Gianinazzi ha bisogno di alcune settimane per assestare la squadra».
In stagione i bianconeri non hanno mai vinto due gare di fila: così è dura risalire la china...
«La pausa arriva al momento giusto anche per loro. I giocatori devono scaricarsi un po' perché credo che l'anno e mezzo con McSorley sia stato molto pesante a livello mentale».
McSorley è stata una scelta completamente sbagliata?
«L'hanno preso per vincere, ma probabilmente Lugano non era il suo ambiente. A mio avviso è ora che faccia soltanto il dirigente».
Come valuti la decisione di puntare su un coach così giovane?
«Lo conosco troppo poco. Ne ho sentito parlare bene ma non sono in grado di dare un giudizio. Tanto di cappello che abbia accettato una sfida simile in un momento così complicato. Ha avuto tantissimo coraggio e lo vedo molto sicuro di sé e sono convinto che sia proprio per questo aspetto che la società abbia spinto su di lui. Ha fatto bene il Lugano ad assumersi questo rischio, ha le carte in regola per fare bene».