Parla il Consigliere di Stato Norman Gobbi: «Il passaggio dalla vecchia alla nuova pista comportava il rischio di perdere l'anima dell'HCAP»
«Cereda e Duca? Chissà sino a quando si “accontenteranno” di rimanere a guidare l’HCAP. Un giorno potrebbero ambire anche a piazze cittadine di grande spessore».
AMBRÌ - Giocatori, allenatore e dirigenti contano tantissimo, ma la vera ricchezza di un club sono i tifosi e tutti i suoi sostenitori. Come il Consigliere di Stato ed ex membro del CdA biancoblù Norman Gobbi, che ci ha concesso una chiacchierata... hockeistica. «Sono cresciuto a Piotta e Ambrì, a 100 metri dalla Valascia. È stato naturale e scontato che sin da bambino, così come tutti i miei amici, fossi attirato dall’hockey. Ho giocato nelle giovanili. Poi visti i risultati non proprio brillanti (ride, ndr) ho iniziato ad arbitrare. Una passione forte sia per l’HCAP sia per l’arbitraggio».
Qual è la cosa più pazza che ha fatto per la sua squadra del cuore?
«Entrare nel consiglio di amministrazione! Sto scherzando ovviamente. L’amore per questa società mi ha spinto a dare un aiuto e un contributo in prima persona, quando ancora non ero stato eletto Consigliere di Stato. Un po’ di pazzia comunque ci vuole per fare il dirigente dell’Ambrì: gli impegni finanziari per rimanere nell’élite dell’hockey nazionale – e internazionale se pensiamo che solo un anno fa abbiamo vinto la Coppa Spengler – sono ingenti. Per fortuna ci sono tanti amici che dimostrano attaccamento e amore per l’HCAP. Senza dimenticare il pubblico e i sostenitori disseminati in tutto il Cantone e fuori Ticino».
C’è un giocatore che ruberebbe - o del passato avrebbe rubato - ai cugini?
«Oggi come oggi ruberei Thürkauf. Uno perché è svizzero e due perché anno dopo anno sta diventando dominante. E la classifica marcatori di quest’anno è lì a indicarcelo. Per il resto mi tengo stretti tutti i giocatori del passato e di oggi che militano nell’Ambrì».
Come valuta il momento della squadra?
«Quest’anno sta facendo bene, anche se per noi tifosi nelle viscere l’Ambrì fa sempre bene, anche quando va male. È difficile da capire per molti tifosi di altre squadre. L’HCAP è qualcosa di speciale. Per il tifoso è un patrimonio da tutelare sempre e comunque. Lo spirito della Valle assorbe anche le critiche. È bello che sia così, perché è stata e sarà l’unica maniera per superare i momenti difficili che ci sono stati nel passato e che si ripresenteranno (io spero di no!) anche nel futuro».
Cosa pensa della società?
«Essendo stato nel CdA e attualmente sempre molto vicino ai vertici della società posso solo parlarne bene. Anche perché avrei la possibilità di esprimere eventuali critiche direttamente alle persone che guidano il Club. Ma non ho critiche da avanzare e rispetto pienamente l’impegno che i dirigenti – dal primo all’ultimo – ci mettono per guidare al successo economico e sportivo questo club».
Cosa pensa dell’allenatore?
«Cereda è l’allenatore migliore che potevamo avere. Accanto a lui ci metto però pure Duca: un binomio che funziona alla grande! Chissà sino a quando si “accontenteranno” di rimanere a guidare l’HCAP, perché potrebbero ambire anche a piazze cittadine di grande spessore. Mi auguro che continuino il loro lavoro ad Ambrì, dimostrando competenza e una chiara visione strategica. Non solo tecnicamente, ma anche… ambientalmente. Nessuno meglio loro è in grado in interpretare lo spirito della Valle di cui parlavo prima. La cosa più bella che sono stati in grado di fare è utilizzare questo spirito quale motore motivazionale, riuscendo a ottenere successi. Il passaggio dalla vecchia Valascia alla nuova Gottardo Arena comportava il rischio di perdere l’anima dell’Ambrì-Piotta. Cereda e Duca, assieme a tutto il comitato con il presidente Lombardi in testa, sono invece riusciti a far aleggiare questo spirito anche all’interno della nuova (e bellissima) pista».
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