L'opera, che costerà circa 50 milioni di euro, offrirà maggiore spazio anche per le famiglie
CITTÀ DEL VATICANO - Per la raccolta dei fondi, stimati in 50 milioni di euro, si è attivata una Fondazione svizzera. E sulla ristrutturazione sta lavorando uno studio di architettura ticinese. Ma la costruzione della nuova caserma della Guardia svizzera, cioè tutto ciò che riguarda gli appalti e l'effettiva costruzione, sarà gestita dal Vaticano. È quanto è stato chiarito nel corso di una conferenza stampa della Guardia svizzera, che lunedì vivrà la cerimonia per il giuramento delle nuove reclute.
«Dopo alcuni approfondimenti - ha spiegato nella conferenza stampa Jean-Pierre Roth, presidente del Comitato di Patronato per la ricostruzione della caserma della Guardia svizzera pontificia in Vaticano - siamo arrivati alla conclusione che la caserma (in realtà composta da tre edifici, ndr) sia da demolire e ricostruire perché è del diciannovesimo secolo ed è in una condizione pietosa. La nuova caserma avrà più spazio anche per le famiglie perché il Papa ha detto che possono sposarsi».
Roth e il comandante della Guardia svizzera, Cristoph Graph, hanno riferito anche di un incontro con il segretario di stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin, che li ha incoraggiati ad andare avanti sul progetto. Nella caserma c'è spazio attualmente per circa 70-80 uomini in camere da due, alcune anche con soppalco, «spazi molto ristretti, insomma». «Noi mettiamo l'expertise per quanto riguarda il reperimento dei fondi - ha ribadito Roth - ma la responsabilità sugli appalti è in capo al Vaticano».