Il Consiglio federale ha così risposto al quesito posto dal consigliere nazionale Bruno Storni
Il numero delle autodenunce è aumentato soltanto quando è risultato chiaro che sarebbe stato implementato uno scambio automatico di informazioni a livello internazionale
BERNA - L'amnistia fiscale entrata in vigore nel 2010 ha permesso di far emergere a fine 2018 un totale di 43,7 miliardi di franchi precedentemente non dichiarati. Lo rivela il Consiglio federale, rispondendo a un'interpellanza del consigliere nazionale Bruno Storni (PS/TI).
All'inizio il numero delle autodenunce era piuttosto basso, indica il governo. Esso è nettamente aumentato soltanto quando è risultato chiaro che sarebbe stato implementato uno scambio automatico di informazioni a livello internazionale, che implica una maggiore probabilità di scoprire la sottrazione d'imposta.
L'esecutivo precisa che le amministrazioni cantonali delle contribuzioni impiegano sistemi diversi e non raccolgono questi dati nello stesso modo. Le cifre, pur se indicative, possono pertanto essere incoerenti.
Oltre all'ammontare dei patrimoni autodenunciati, il deputato ticinese chiedeva anche delucidazioni in merito agli incassi derivati dalle imposte arretrate. Secondo il Consiglio federale, dalle informazioni dei vari cantoni risulta che nel 2018 sono stati riscossi oltre 85 milioni di franchi di imposta federale diretta provenienti dalle autodenunce esenti da pena.
Tale importo però non è completo, in quanto, ad esempio, i rendiconti forniti dai Cantoni a Berna non prevedono una distinzione tra i recuperi d'imposta "ordinari" e quelli provenienti da un'autodenuncia. Inoltre, le conseguenze fiscali a livello di Confederazione, Cantoni e Comuni non sempre vengono contabilizzate separatamente.