Anche la commissione della Sanità pubblica del Consiglio nazionale si schiera contro le decisioni del Governo.
Una lettera chiede al Consiglio federale di valutare prima l'efficacia delle misure annunciate dai Cantoni.
BERNA - No a nuove restrizioni generalizzate dell'attività economica per arginare la diffusione del coronavirus. Lo chiede la commissione della sanità pubblica del Consiglio nazionale in una missiva al Consiglio federale che, a suo avviso, dovrebbe limitarsi ad adottare provvedimenti solo laddove la situazione epidemiologica dovesse richiederlo.
Stando alla commissione, prima di adottare nuovi provvedimenti, il governo dovrebbe prima valutare l'efficacia delle misure annunciate dai Cantoni nei giorni scorsi. Ulteriori provvedimenti andrebbero inoltre limitati ai Cantoni dove la pandemia sta evolvendo in maniera preoccupante. Ad esempio, quando il numero d'infezioni aumenta esponenziale o quando si stima che il sistema sanitario abbia raggiunto i suoi limiti.
Nell'attesa che il Consiglio federale confermi le nuove misure per i settori della ristorazione e del commercio al dettaglio domani, la commissione si appella all'esecutivo affinché questi settori non debbano già chiudere alle 19.00, ma rimangano aperti almeno fino alle 22.00.
Per quanto riguarda la prevista chiusura domenicale, una restrizione che interesserebbe in particolare i settori della ristorazione e del commercio al dettaglio, la commissione vuole che si rinunci del tutto a un provvedimento. Se questi piani dovessero invece essere confermati, il Consiglio federale dovrebbe anche annunciare misure semplici e rapide per compensare le mancate entrate per questi settori.
L'annuncio nei giorni scorsi di ulteriori restrizioni da parte del governo aveva creato molto malcontento tra i Cantoni, specie quelli romandi, che avevano già adottato misure più severe che altrove e si preparavano ad allentarle. Anche il Consiglio di Stato ticinese, ieri, si era detto piuttosto scettico sulle imposizioni di Berna precisando che «il Ticino ha già adottato misure adeguate» e chiedendo al Consiglio federale di garantire un sostegno finanziario e di attivarsi contro gli affollamenti sui mezzi pubblici.